Lettera a Eluana

Lettera a Eluana

Cara Eluana, PERDONACI !

Ora che hai raccolto tutti i colori del sonno e del silenzio eterno,
ora che hai finalmente distrutto quelli foschi e grigi del tribunale inquisitore che ti abbiamo allestito, non c’è altro da fare che stare in silenzio e chiederti PERDONO.

Ti chiedo perdono per i nostri, troppi, ACCANIMENTI su di te.

Ti chiedo perdono per l’accanimento terapeutico, anche se non so se sia stato accanimento. Tu hai pagato il prezzo massimo sul tuo corpo ferito.

Ti chiedo perdono per l’accanimento legale, anche se non so se sia stato accanimento. Troppi tribunali hanno invaso il tuo mondo! Chi ha interpretato il difficile oracolo di una carta costituzionale; chi ha dubitato del tuo desiderio di una morte dignitosa perché avevi tanta voglia di vivere; chi ha ritenuto un pezzo di carta più credibile della testimonianza di un padre.

Ti chiedo perdono per l’accanimento etico, anche se non so se sia stato accanimento. Vescovi, Teologi, sacerdoti e persone di fede non sempre hanno usato il linguaggio evangelico, chiusi nella fortezza di una astratta verità. Anche il sacerdote e il levita della parabola del buon samaritano avevano ottime dottrine e osservavano regole morali, ma sono stati incapaci di raccogliere sulla strada l’uomo (concreto) ferito dai briganti. Talvolta anche la preghiera è diventata accanimento, come quel rosario recitato vicino ad un cartello, visto con i miei occhi in TV, che portava terribili parole come Hitler, assassinio….

Ti chiedo perdono per l’accanimento mediatico, che è stato vero accanimento! Ora puoi essere felice, perché il Porta a porta! o il Matrix cercheranno finalmente altri argomenti per la loro audience.

C’ è un altro accanimento, quello dell’amore, ma di questo non ti chiedo perdono perché non c’è nulla da perdonare. E’ l’ immenso amore di tuo padre che nella sofferenza ha preso una decisione terribile come padre, e se l’ha presa un padre, a tutti noi spetta un rispettoso silenzio, senza pontificare nei nostri salotti, lontano da un corpo straziato da 17 anni. E’ l’ immenso amore delle Suore di Lecco, che sono state al tuo servizio per anni, ti hanno accompagnato nella sofferenza in silenzio, senza giudicarti, pregando nella loro chiesetta. L’unica “forzatura” d’amore che ti hanno fatto, è stato un dolce invito: Luana rimani con noi! Insegnandoci che accoglienza, servizio, rispetto e preghiera sono le armi dei cristiani, non gli anatemi e le condanne.

Ora che sei partita, siamo più soli, ancora più divisi e si sta scatenando l’ultimo e il peggiore accanimento, quello apologetico, cioè la guerra delle verità. Sulla tua tragica vicenda, tutti ora difenderanno con più ferocia la propria verità: la Chiesa la sua; i medici, pur divisi in due posizioni, la loro, quella che dovremmo considerare “scientifica”; i radicali, con la loro “teologia talebana”, quella della libertà assoluta dell’uomo nell’uso del proprio corpo. I partiti di destra si ergono a unici difensori dei valori cristiani, sbugiardandosi con l’ultima legge sulla sicurezza che è quanto di più anticristiano si possa immaginare; quelli di sinistra si dividono,un po’ di qua e un po’ di là. Anche gli atei devoti entrano nella guerra, combattendo per la salvaguardia della civiltà cristiana dell’occidente.

Ma quel che è peggio,tutti questi non difendono legittimamente le loro convinzioni con buone ragioni, ma con l’ “ideologia dell’insulto e dell’ingiuria”. E mi dispiace immensamente che a questa “battaglia” abbiano partecipato in maniera chiassosa anche i cattolici, rinunciando alla loro funzione insostituibile. Quella di formare le coscienze e di “ contribuire, insieme ad altre istanze, alla creazione di un consenso etico di fondo nella società ”. Le parole sono di papa Benedetto XVI pronunciate nel 2007, di fronte a Sarkozy. Ma le hanno subito dimenticate, preferendo la linea del fare pressing sui palazzi del potere civile.

Dopo la battaglia delle verità, resteranno le macerie: l’ incapacità di trovare un “consenso etico” sui misteri della vita e della morte e la maggiore difficoltà, procurata dagli anatemi, a fare comprendere i preziosi valori cristiani, anche agli uomini di buona volontà.

Le persone in questa vicenda sono state divise arbitrariamente in due gruppi: gli Amici della vita e gli Amici della morte. Io sono amico di ELUANA.

Eluana, riposa in pace, nelle braccia di Colui che hai accompagnato nella sua via crucis con il tuo calvario e che ti ha già accolto con il suo accanimento, quello del perdono.

Domenico Gasperoni

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