Lettera ad un Esecutivo che non è mai nato. Michele Muratori Psd

Lettera ad un Esecutivo che non è mai nato. Michele Muratori Psd

“La difesa della sovranità si esercita in un contesto di regole e trasparenza. Va sostenuta l’economia reale, che è la nostra forza. Per farlo le parole chiave sono stabilità e moralità”, “la maggioranza rilancia il proprio impegno di discontinuità rispetto al passato, e quindi all’insegna della trasparenza, della collaborazione reale con l’Italia e con l’Europa e della difesa degli interessi legittimi della Repubblica”.

“Il Governo continua a lavorare a ritmi serrati nell’intento di far uscire quanto prima il Paese dalla “black list” italiana. L’accelerazione nell’approvazione dei progetti di legge del “pacchetto trasparenza” testimonia la chiara e ferma volontà governativa di lavorare per il bene di un Paese che, pur nella sua riconosciuta sovranità, si deve rapportare ad un contesto internazionale in evoluzione, dove le regole impongono la massima affidabilità e trasparenza”.

Si potrebbe pensare che i due periodi virgolettati siano parte di uno stesso comunicato pubblicato in questi giorni caldi per la politica sammarinesi, soprattutto in relazione ai rapporti con l’Italia. E’ sconfortante che invece ci sia un anno di distanza tra uno e l’altro. Il primo è datato maggio 2009, il secondo maggio 2010. La domanda sorge spontanea: che cosa si è fatto in questi dodici mesi? I problemi con i vicini italiani sono in realtà peggiorati, nel 2009 di black list italiane ancora non se ne parlava, pur facendone già parte.
La “discontinuità rispetto al passato” sta giungendo solo ora, non per iniziativa della maggioranza o del governo, ma in quanto ci troviamo in emergenza, con la spada di Damocle del Decreto Incentivi sulla testa, soprattutto delle imprese che già stanno addirittura optando per trasferire l’attività in Italia. Se qualcuno vi avesse detto un anno fa, che al maggio 2010, l’accordo contro le doppie imposizioni non sarebbe stato ancora sottoscritto e che la competitività del nostro sistema economico reale sarebbe così diminuita da diventare inferiore a quella del circondario, cosa avreste detto? Probabilmente che il governo avrebbe fallito! La giustificazione che i problemi attuali siano stati ereditati è ora totalmente priva di senso, le responsabilità dello stallo di queste settimane sono chiare.

Non solo l’esecutivo non è stato in grado di “normalizzare” il rapporto con l’Italia come da primo obiettivo dichiarato, ma si è tenuto fino all’ultimo nel Congresso di Stato chi ha compiuto errori colossali quali il “dimissionamento” dei vertici di Banca Centrale, la loro sostituzione, le dichiarazioni subito smentite e, cosa più grave, il ruolo attivo e contro gli interessi sammarinesi svolto nella vicenda Delta. Contestualmente in questo periodo non si è fatto alcun passo in avanti rispetto al tema del rinnovamento o del cambiamento del metodo di governo, che si è confermato troppo incline al segreto, alla proliferazione delle assunzioni nella PA, alla vicinanza a interessi clientelari, vedi la vergognosa legge sull’alienabilità dei terreni pubblici, che di fatto proietta la Repubblica indietro di diversi anni, con buona pace di quelli che allora, all’opposizione erano pro referendum, e ora si trovano al governo sulla barricata opposta.

Considerando la larga maggioranza e le garanzie date dalla legge elettorale, in quindici mesi ci si aspettava molto di più in termini di riforme, di potenziamento dei rapporti con l’Europa, di definizione di un progetto economico complessivo, come promesso. Invece le poche iniziative portate avanti vanno viste solo in ottica di consenso elettorale e mai come sviluppo per il Paese, anche se ormai si tratta più che altro di salvataggio.

Michele Muratori

PSD

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