San Marino, 7 gennaio 2009
Caro Pasquale,
Ti scrivo e Tu sai che sono anni che mi astengo da interviste o dichiarazioni ai giornali. Ti scrivo perché all’incirca un anno fa Ti chiamai per chiederTi, come Segretario – allora – del principale Partito di opposizione, di contribuire ad una legge per la prevenzione e la repressione della violenza contro le donne che potesse essere condivisa da tutto lo schieramento politico e dalla società civile a garanzia della sua effettiva applicazione.
Tu condividesti quell’impostazione e il PDCS, come altre forze di opposizione, ma anche organizzazioni sindacali, associazioni di categoria e rappresentanze della società civile e del volontariato, offrirono suggerimenti preziosi, la gran parte dei quali vennero integrati nel testo che è diventato Legge dello Stato il 18 giugno dell’anno scorso.
Ora, nel rivolgerTi l’augurio di salute e serenità per l’anno che si è appena aperto, desidero ricordarTi l‘impegno a suo tempo condiviso di garantire attuazione a quella legge che ci è valsa apprezzamenti in sede internazionale, ma soprattutto ha dato una speranza a chi patisce la violenza. E sappiamo – ora – che a San Marino soffrono la violenza di genere, soprattutto in famiglia, decine di donne con i loro figli.
Il nuovo Governo si è contraddistinto fin qui per non aver detto una sola parola sull’argomento nel proprio programma, per non aver voluto procedere nella sessione del Consiglio Grande e Generale dello scorso dicembre con la nomina della Commissione per le Pari Opportunità e dell’Authority per le Pari Opportunità e per aver respinto senza alcuna motivazione un emendamento al bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2009 volto ad istituire un apposito Fondo per finanziare i costi derivanti dalla Legge 20 giugno 2008 n. 97 (Prevenzione e repressione della violenza contro le donne e di genere).
Nel corso della recente campagna per prevenire e combattere la violenza nei confronti delle donne, compresa la violenza domestica, sono state attivate numerose iniziative: il Telefono Rosa; il monitoraggio del fenomeno sul territorio con l’impegno di forze di polizia, servizi sanitari e socio-sanitari in collaborazione con il Servizio Informativo dell’ISS; percorsi di formazione integrata tra i diversi servizi dello Stato; ricerche e studi da utilizzare per progettare strategie e interventi nella scuola e nella comunicazione, ecc.
Che fine farà tutto questo lavoro?
Caro Pasquale,
a Te che rappresenti – oggi – il principale Partito di governo spetta la responsabilità di dimostrare che, anche a parti rovesciate, l’impegno preso un anno fa vale ancora e che il dolore delle donne e delle loro famiglie merita comprensione, aiuto e sostegno da parte dello Stato a prescindere dal colore politico di chi governa.
Con stima
Patrizia Busignani