Lettera dei commercialisti a tre Segretari di Stato

Lettera dei commercialisti a tre Segretari di Stato

San Marino, 7 maggio 2010

On.le Antonella MULARONI
Segretario di Stato Affari Esteri

On.le Pasquale VALENTINI
Segretario di Stato Finanze e Bilancio

On.le Marco ARZILLI
Segretario di Stato Industria, Artigianato e Commercio

LL.Sedi

Lunedì scorso 3 maggio si sono riuniti in seduta congiunta i Consigli dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e del Collegio dei Ragionieri, insieme agli iscritti ai rispettivi Albi, per fare il punto della situazione sullo stato dell’economia del Paese e delle trattative del Governo sammarinese con quello italiano.
L’assemblea così costituita ha espresso la massima preoccupazione per il rapido aggravamento della situazione interna, che vede una pesante crisi economica sommarsi a molteplici negativi condizionamenti esterni, che dall’Italia colpiscono a più riprese il Sistema San Marino da oltre un anno.
Stiamo assistendo infatti in queste ultime settimane ad una progressiva fuga delle imprese da San Marino, mentre non si registrano più nuovi insediamenti.
Assistiamo addirittura al trasferimento oltre confine di imprese di cittadini sammarinesi, stanchi di dover combattere da soli contro mille difficoltà, minacce ed ostacoli frapposti dalle autorità italiane all’interscambio italo-sammarinese.
In questo panorama deprimente non conosciamo la strategia del Governo sammarinese, che, per sua ammissione, ha sottovalutato i problemi, è partito in ritardo e soprattutto non riesce ancora ad intavolare un rapporto politico con il Governo italiano.
Ancora oggi non conosciamo neanche gli accordi siglati a giugno scorso, a parziale modifica della Convenzione contro le doppie imposizioni con l’Italia, parafata nel 2002 e mai entrata in vigore. E di cui ribadiamo la richiesta al Segretario Mularoni.
Il Governo ha esplicitamente ammesso da un paio di settimane, in un incontro con le categorie economiche, che è in ballo l’intera normalizzazione dei rapporti economici e finanziari tra San Marino e Italia e non solo l’annoso problema delle truffe dell’Iva, alla cui repressione è destinato il Decreto Incentivi. San Marino è però sotto scacco italiano: la black-list del Decreto Incentivi pare quindi essere lo strumento di coercizione per convincere San Marino a concedere lo scambio automatico di informazioni. Una concessione che, se incondizionata, rappresenterebbe un colpo tremendo per un sistema economico e finanziario, che non avrebbe cioè il tempo di trasformarsi in sistema “virtuoso” per poter sopravvivere e svilupparsi sulle nuove direttrici della trasparenza.
Ci fa piacere sapere che il nostro Governo abbia l’obiettivo di concludere le trattative con l’Italia entro la prima metà di questo mese, ma non ci è dato sapere ancora quale sia lo stato delle trattative, se vi siano finalmente degli incontri politici a Roma, quali siano esattamente le contropartite allo scambio di informazioni e ai provvedimenti legislativi presentati, quali siano per l’Italia le condizioni per riconoscere il diritto di esistenza (o sopravvivenza) delle imprese sammarinesi.
Sentiamo dire dalla politica che bisogna uscire dalla black-list a tutti i costi: ma se il costo oggi è lo scambio automatico di informazioni, allora dobbiamo renderci conto che si dovrà mettere sul piatto della bilancia anche una serie di problemi mai risolti o comunque non risolvibili unilateralmente in futuro, nonché una gradualità di applicazione dello scambio.
Parliamo ad esempio di esterovestizione, di disciplina delle CFC o di un qualunque decreto o circolare che potremmo trovarci in agguato dietro l’angolo, dopo avere risolto il nodo della black-list del Decreto Incentivi.
Occorre quindi riscoprire nella nostra politica estera le ragioni e le radici della Convenzione di Amicizia e Buon Vicinato del 1939, rilanciare il rapporto italo-sammarinese e sgombrare il cammino da trappole e mine, in una parola “normalizzare” i rapporti in toto con l’Italia, dando e chiedendo adeguate garanzie.
Abbiamo letto che l’Italia avrebbe proposto all’ultimo tavolo tecnico di allineare San Marino agli accordi tra Francia e Monaco: non sappiamo se ciò sia confermato, ma ci rendiamo ben conto che Monaco è un Protettorato Francese, il cui Ministro delle Finanze è francese e i cittadini francesi non possono avere attività economiche in territorio monegasco. Ci auguriamo che qualcuno abbia capito male.
Questi in buona sintesi sono i contenuti del dibattito preliminare che si è svolto nell’assemblea dei commercialisti di lunedì scorso. E’ poi seguita l’analisi del “pacchetto trasparenza”, cioè dei progetti di legge presentati dal Governo in prima lettura in Consiglio Grande e Generale.

DISCIPLINA DELLE LICENZE

I commercialisti avevano già formalizzato, insieme agli avvocati e notai (cfr. lettera al Segretario di Stato Arzilli del 7/1/2010), l’imprescindibile esigenza di una rapida sburocratizzazione delle procedure in uso presso l’Ufficio Industria ed una valorizzazione del ruolo dei professionisti nel rapporto con la P.A.. Non è quindi un fatto nuovo questa nostra posizione.
Quindi il nostro giudizio pare scontato su un progetto di legge teso a creare solo burocrazia, adempimenti, ostacoli e filtri burocratici, che va controcorrente rispetto perfino la vicina Italia.
Alla luce dello stato dell’economia sammarinese e della fuga di imprese da San Marino, il progetto presentato dal Governo rappresenta quindi un fattore altamente negativo per le imprese e i professionisti sammarinesi, perché penalizza gli operatori ed ostacola gli insediamenti.
Non comprendiamo la ratio di una simile normativa, ma sicuramente non la condividiamo, giudicandola nella sua sostanza inadeguata, antistorica e garantista solo degli uffici pubblici.
Nell’articolato troviamo elenchi di montagne di documenti e di certificati da presentare, tempistiche esagerate di risposta per gli uffici, obblighi che dovrebbero essere facoltà, duplicazioni di depositi in più uffici, richieste superflue o inutili, o comunque utili solo per le statistiche.
Come abbiamo stamattina riferito al Segretario Arzilli, a nostro parere la proposta di legge è insomma una proposta oggi sostanzialmente da cassare: però nell’ottica di un suo rifacimento, con presupposti ed obiettivi totalmente diversi, potrebbe sicuramente trovare spazio la collaborazione dei commercialisti.

ABROGAZIONE DELLE SOCIETA’ ANONIME

Negli ultimi anni le società sammarinesi hanno dovuto adeguare i loro statuti più volte in conseguenza della riforma societaria e delle modifiche successive e quindi sostenere i costi di assemblee straordinarie.
Le modifiche e le tempistiche richieste dal progetto di legge richiederebbero un’altra assemblea straordinaria entro il 30/11/2010.
A noi parrebbe più logico e meno dispendioso prevedere la trasformazione delle S.A. in S.p.A. o S.r.l. entro il 31/5/2011, entro cioè la prima assemblea utile per il bilancio 2010, mentre si potrebbe prevedere sicuramente la conversione delle azioni al portatore in nominative entro il 30/9/2010.
Ovviamente queste operazioni dovrebbero essere fatte in esenzione dalle eventuali imposte dirette ed indirette relative.
Per inciso, visto che la proposta di legge prevede che S.A. poste in liquidazione prima del 20/11/2010 non debbano comunicare gli assetti societari, sarebbe opportuno riflettere sulla concessione di tale stessa possibilità alle altre società, comprese le società di capitali detenute in via fiduciaria.

REATO DI EMISSIONE DI DOCUMENTI FALSI E DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO

Non abbiamo particolari osservazioni in proposito, pur chiedendoci quali siano in concreto le modalità di accertamento preliminari alla denuncia alla Magistratura per quanto riguarda i documenti falsi emessi.

ROGATORIE

Anche in questo caso, pur non avendo ricevuto formalmente l’articolato, non abbiamo osservazioni da fare.

LOTTA ALL’ABUSIVISMO

Tale argomento non rientra nel “Pacchetto trasparenza” ma è uno dei temi più cari ai commercialisti: infatti da anni chiediamo l’approvazione di una normativa che preveda un controllo delle società di servizi sotto le quali si parano gli abusivi delle tante professioni, eludendo la vigilanza degli ordini ed i controlli sulla professionalità e la deontologia, ma anche le norme della legge antiriciclaggio e il controllo dell’AIF.
Da tempo chiediamo che le società di servizi che effettuano prestazioni ricomprese nei tariffari professionali degli ordini professionali, diano concrete garanzie agli utenti, nominando un iscritto ad un albo sammarinese come amministratore o direttore (es. direttore sanitario di poliambulatori medici).

CONTI PUBBLICI

Non è certo l’ultimo degli argomenti per importanza, ma la riunione dei commercialisti ha toccato anche questo delicatissimo argomento. Infatti il progressivo depauperamento dell’economia sammarinese sta già procurando i suoi deleteri effetti anche sul Bilancio dello Stato e temiamo che la caduta delle entrate tributarie possa provocare a breve effetti devastanti sulla spesa pubblica.
Abbiamo già registrato la dichiarazione del nuovo Segretario delle Finanze Valentini che pone come prioritari sia la verifica che il monitoraggio costante dei conti pubblici, per assumere le conseguenti decisioni tempestive si rendessero necessarie per la gestione del Bilancio dello Stato.
Noi condividiamo ovviamente tale decisione del Segretario Valentini ed anzi gli chiediamo che tale monitoraggio riguardi in particolare anche i Fondi Pensione e che gli esiti del suo lavoro siano tempestivamente resi di dominio pubblico.
Siamo inoltre pronti ad un confronto fattivo sulla Riforma fiscale già annunciata dal Segretario Gatti e ripresa dallo stesso Segretario Valentini.

In conclusione ci preme ribadire che i commercialisti ribadiscono di essere sempre pronti ad offrire la loro collaborazione per il Bene Comune di questo Paese, come hanno già fatto e stanno facendo. Dal momento che ci siamo sempre adoperati per costruire e realizzare soluzioni positive per il Paese, ci piacerebbe anche che le nostre proposte fossero recepite dalla politica con uno spirito diverso.
I migliori saluti

L’Ordine dei Dottori Commercialisti
Il Collegio dei Ragionieri

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