L’Europa dei migranti, Lampedusa e non Bruxelles. Federico Pedini Amati

L’Europa dei migranti, Lampedusa e non Bruxelles. Federico Pedini Amati

Il nostro paese, come tanti altri paesi occidentali, è un paese ipocrita sotto molti, troppi, punti di vista, non ultimo quando si parla di migranti o rifugiati che siano. L’ipocrisia parte dal fatto di non volere vedere le guerre, se i paesi in cui queste avvengono non sono ricchi e interessanti per i paesi evoluti. Sono circa 20 anni che in Sud Africa e non solo si susseguono guerre, conflitti e barbarie di tutti i tipi al solo fine di arricchire pochi a discapito di altri e sono 20 anni che i paesi occidentali non intervengono adeguatamente per cercare di risolvere i numerosi conflitti in atto e quindi di aiutare una popolazione in continua fuga. Tali conflitti ovviamente, spostandosi verso Occidente: Iraq, Libia e altri paesi del Medio Oriente, iniziano ad interessare i paesi più evoluti come gran parte dell’Europa. I motivi che interessano l’Occidente in realtà sono due, il primo la così detta invasione pacifica dei migranti dovuta dalla fame e dallo scampare ai conflitti bellici e il secondo, ben più importante, le ricchezze che tali paesi possiedono, a partire dal petrolio, dal gas e dalle tante altre materie prime di cui sono ricchi. La Repubblica di San Marino per la sua collocazione geografica non è direttamente coinvolta nello sbarco dei migranti e sicuramente non ha interessi diretti attraverso multinazionali che controllano le ricchezze dei paesi del medio oriente ma rimane comunque un paese ipocrita che accoglie i migranti solo per fare una bella figura agli occhi dei Governi Occidentali o della stessa Europa. I Sammarinesi, i nostri nonni, nei periodi post bellici, sono dovuti emigrare in Belgio, Francia, Germania, USA e tanti altri paesi del mondo alla ricerca di lavoro ( vedasi il museo dell’Emigrante ) accettando l’ultimo lavoro possibile che quel paese poteva offrire loro. I Sammarinesi si sono comportati in maniera egregia, sono arrivati in questi paesi da ospiti pur mantenendo intatta la loro dignità di uomini, ma soprattutto sono andati a lavorare perché qualcuno quel lavoro poteva offrirglielo. Oggi l’Europa dei migranti ha dimostrato di non funzionare, oggi l’Europa dei migranti risulta essere Italia e Grecia,  i due paesi più vicini come spazio territoriale alle rotte dei migranti, oggi l’Europa è Lampedusa e non Bruxelles. Detto tutto questo non mi permetto neppure di dire che i migranti, i rifugiati, gli scampati alle guerre, i bambini devono essere lasciati al loro destino, ma mi chiedo anche, dov’è l’Europa che 50 anni fa ha accolto i nostri nonni ? Questo è il motivo che mi fa pensare che l’Europa non voglia veramente il bene di queste persone. E la Repubblica di San Marino, più in piccolo, dove è ipocrita ? E’ ipocrita nel non vedere quelle 50 famiglie SAMMARINESI,  che erano già qui in Repubblica prima dell’arrivo dei migranti e ai quali non ha dato alcun aiuto. Ogni giorno coppie separate, coppie sposate con bambini al seguito e senza lavoro si trovano ad andare a mangiare alla Caritas, ma non a San Marino perché il paese è bigotto e non consente di essere poveri, ma a Rimini o ancor più lontano. E’ su questo che vorrei portare il nostro Governo e tutti noi a riflettere. Aiutiamo i migranti oggi nel nostro paese, ma se vogliamo essere conseguenti e non solo ipocriti aiutiamoli ancor di più nei loro paesi come ogni giorno molte Associazioni no-profit, anche Sammarinesi, fanno nel silenzio più assoluto. Per esperienza personale posso raccontare un fatto, andai in Africa diversi anni fa a dare una mano, e vedendo la povertà più nera in quel luogo lontano dai nostri occhi, la prima cosa che chiesi con insistenza alla Missionaria che ci accoglieva, fu quella di portare ai bambini che avevano fame un po’ di cibo. Lei mi rispose: “ Federico se tu oggi porti loro del cibo potrai salvare dalla fame un bambino per una giornata, ma il nostro compito non è salvare un bambino per un giorno ma è provare a salvare molti più popoli indigenti che hanno fame. “ Per fare questo la prima cosa è insegnare loro una nuova cultura, perché non possiamo offrirgli quello che noi abbiamo prodotto nei nostri paesi ma dobbiamo far si che loro imparino a produrla, e fu così che costruimmo una scuola. In quel momento fu una risposta dura e cruda da accettare, ma mi ha insegnato quello che oggi continuo a ripetere, aiutiamo queste persone, ma aiutiamoli ancora di più nei loro paesi senza ogni volta cambiare canale quando vediamo alle televisione delle scene che ci toccano l’anima. Ognuno di noi può fare qualcosa, anche un piccolo gesto, ricordiamoci sempre che non è ignorando il problema che la questione migranti sarà risolta.  

Consigliere della Repubblica di San Marino 

Federico Pedini Amati

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