Liberalizzazione delle licenze nel commercio, sì e no

Liberalizzazione delle licenze nel commercio, sì e no

Dopo un’attenta disamina della bozza di legge presentata siamo a formalizzare la nostra
posizione.
Abbiamo colto con favore la metodologia di lavoro applicata che sta vedendo le Associazioni di
Categoria attivamente coinvolte nel progetto di legge.
Riteniamo positivo aver accorpato in un’ unico documento, al fine di addivenire ad una
semplificazione del quadro normativo, quanto legiferato in questi anni.
In un’ottica di rilancio del comparto turistico riteniamo che l’apertura a soggetti non residenti può
essere un aiuto per questo settore che latita da ormai troppi anni.
Dobbiamo essere però realisti:
ad oggi non offriamo le garanzie e l’appeal necessario per attirare nuovi capitali perchè siamo
carenti in infrastrutture, servizi e politiche di espansione turistica che renderebbero appetibile il
sistema San Marino.
Non siamo a favore di una liberalizzazione indiscriminata ma bensì di un’accurata selezione, così
come del resto previsto dalla bozza di legge, attraverso una commissione paritetica tra membri del
Congresso di Stato e rappresentanti delle Associazioni di Categoria.
Commissione che deve dotarsi
di un regolamento rigoroso, trasparente ed inequivocabile a cui lo Stato per il tramite dei suoi
uffici mette a disposizione ogni mezzo informativo per meglio espletare i suoi poteri. Selezione
che dovrà privilegiare quei progetti di effettivo valore e ritorno economico per l’intero sistema
paese dando priorità, ma non esclusività, al Centro Storico della capitale.
Riteniamo inoltre che per annullare il fenomeno del cosi detto “prestanome” che si sta sempre più
consolidando sia opportuno che la Commissione possa prendere in considerazione anche quei
progetti che prevedono l’acquisizione da parte di soggetti non residenti di attività già operanti in
Repubblica, rendendo così possibile una gestione trasparente suffragata da quelle valutazioni di
merito che competono alla stessa Commissione.
Altro aspetto importante, più volte segnalato dalla nostra Associazione, da dover
inequivocabilmente regolamentare avendo generato evidenti discriminazioni, è il fenomeno delle
licenze industriale che prevedono in via residuale e secondaria la somministrazione al pubblico di
alimenti e bevande.

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