LiberaMente ad Assisi per Gaza

LiberaMente ad Assisi per Gaza

L’associazione LiberaMente ha partecipato sabato scorso ad Assisi alla manifestazione organizzata dalla Tavola per la Pace per proporre una soluzione al grave conflitto in atto nella striscia di Gaza che in 20 giorni ha mietuto più di mille vittime fra cui la metà sono bambini. Presenti all’assemblea che si è svolta nella Cittadella di Assisi anche il Presidente dell’Associazione LiberaMente, Marina Lazzarini e il consigliere Giuseppe Morganti. Flavio Lotti, coordinatore della Tavola per la Pace ha detto:” Questa è una guerra criminale perché sono stati violati tutti i principi della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione dei Diritti Umani. Ci vuole l’intervento di un terzo, a cui le parti si affidino o si pieghino.” Grande l’interesse delle numerose personalità del mondo della Chiesa, del volontariato e della politica. Il vescovo Bettazzi e don Aldino, di Pax Christi, hanno lanciato forti accuse alla politica dicendo come non sia più possibile mantenere equidistanza quando un esercito ben organizzato infierisce con tanta violenza contro la popolazione civile. Grande interesse per l’intervento di Massimo D’Alema: “Per Hamas il conflitto è il simbolo di uno scontro di civiltà, i morti genereranno nuovi kamikaze e infiammeranno gli animi. La guerra è il più grande favore che sia stato fatto ad Hamas“. Le 5.000 persone che hanno partecipato alla giornata contro la guerra hanno poi manifestato per le vie di Assisi fino a raggiungere la basilica di San Francesco. Qui il vescovo di Perugia, mons. Sorrentino, ha espresso lo sdegno della Chiesa per le logiche “fanatiche e provocatorie del terrore e la reazione sproporzionata del potere delle armi, che portano solo all’abisso”. “Israeliani e Palestinesi. Stessa dignità, stessi diritti, stessa sicurezza” l’indicazione chiara contenuta in questo slogan, trova la ferma condivisione dell’Associazione sammarinese LiberaMente che si è trovata a rappresentare la Repubblica di San Marino in una delle occasioni più importanti di protesta verso il conflitto a Gaza, ma anche a proporre una via di uscita incentrata sulla azione dell’Onu affinchè si interponga come “forza terza”, a garanzia della tregua che è stata proclamata, ma che non viene rispettata, e soprattutto affinchè le proposte vere della creazione di due Stati indipendenti possano effettivamente essere conseguite.

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