Libero Quotidiano, Claudio Antonelli, Intervista a Marco Arzilli – San Marino inventa le tasse su misura

Libero Quotidiano, Claudio Antonelli, Intervista a Marco Arzilli – San Marino inventa le tasse su misura

Libero Quotidiano

Paradiso addio

San Marino inventa le tasse su misura

Intervista a Marco Arzilli – San Marino inventa le tasse su misura
Claudio Antonelli

________________________________________

Nuovo fisco e nuovi trust a San Marino. La riforma passa per la tax ruling cioè la flessibilità fiscale. Un sistema concorreriziale con riferimento alla base imponibile piuttosto che alle aliquote nominali. «L’obiettivo è premiare gli investimenti che contribuiscano alla crescita», sintetizza il segretario di Stato all’industria Marco Arzilli mentre ci mostra il nuovo testo di legge sul trust. «Una novità che ci invidia l’Europa». In effetti le norme sembrano decisamente restrittive. Il primo passo per la salvezza della più antica democrazia. Una sfida che però non può prescindere da un passato ingombrante.

Nell’inchiesta di Forlì ci sono migliaia di intercettazioni. Molte di queste riportano utenze che provengono da cabine telefoniche in Calabria e in Campania. Non è inquietante?

«Non dobbiamo tacere sul fatto che in un recente passato si sia formata un’economia parallela che noi stiamo combattendo».

In che modo?

«La grave crisi economica e il frantumarsi di un sistema finanziario senza trasparenza ha portato San Marino a un bivio. Distruggersi seguendo il passato fatto di raccolta di denaro con controlli a campione. O rinascere creando un nuovo tipo di servizi finanziari».

Prima di parlare del futuro, come funzionano i controlii?

«Dall’aprile 2009, cioè da quando abbiamo nominato tutti gli uffici inquirenti questo governo ha avviato in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate o la Gdf 90 pratiche di controllo. Oltre un centinaio sono state avviate solo da noi. In questi mesi sono state revocate licenze 7 società e altrettante potrebbero subire la stessa sorta nel prossimo semestre. Stiamo inoltre setacciando il settore dell’interscambio commerciale. Pensi che c’era una società che offriva immobili con tanto di residenza».

Si trattava di una truffa?

«Immagino».

Che significa immagino? Che forse qualcuno avrebbe concesso effettivamente le residenze?
«Questo lo sta dicendo lei, io però non ho evidenze».

Che altri settori sono sotto controllo?

«Su 30 mila abitanti a San Marino fino a sei mesi fa c’erano più di 80 autonoleggi. E bastato avviare i controlli perché alcuni chiudessero».

Il fenomeno che cosa nascondeva?

«Questo tipo di attività si presta al riciclaggio di denaro. Ora le teniamo sotto stretta sorveglianza».

Ci dia una chiave di lettura sugli ultimi turbolenti mesi della Banca Centrale

«Non pensavamo certo che la situazione esplodesse con quella forza e con quel risalto. Il governo ha chiesto una serie di controlli che in passato non sono mai stati fatti. Le risposte non arrivavano e così nei limiti del contratto abbiamo chiesto al responsabile della vigilanza di andarsene. Poi c’è stato un effetto a catena. Quello che più conta è che, con il nuovo presidente – manca ancora il direttore – siamo pronti a svecchiare l’Istituto».

E i rapporti con Delta e Cassa di Risparmio..

«Che cosa intende?».

I buchi finanziari sono così grossi da superare i due miliardi?

«Ciò che le posso dire è che la Cassa ha appena varato un aumento di capitale per andare incontro a Intesa e ora speriamo che a breve si concluda l’operazione. Mentre per quanto riguarda la Cassa di Risparmio di San Marino vorrei ricordare che non è lo Stato».

Certo però è il principale istituto e il buco di Delta non è mai emerso con chiarezza.

«Ma la stampa italiana ha attribuito a San Marino perdite oltre ogni misura».

Senza trasparenza come si può giudicare i numeri?

«Vero, ma le ripeto, riguarda il passato».

Allora come vede la San Marino del futuro?

«Vorremmo un Paese con ridotta burocrazia, con tasse flessibili. Con nuovi parametri sulla ricerca e sviluppo. Pensiamo a più commercio e più turismo, grazie a un aeroporto internazionale che ci colleghi ai principali hub d’Europa e un porto, quello di Ravenna, che diventi per noi la prima dogana».

Quali progetti su Rimini?

«La pista è la terza d’Italia per dimensioni. Vorremmo salire nella quota di partecipazione e investire nel suo sviluppo. La Repubblica è disposta a spendere anche perché al momento il nostro bilancio non ha passivi. Infine, nel rispetto delle norme Ue, vorrernmo offire stimoli per attirare vettori internazionali».

Che stimoli?

«Basti pensare che se il carburante lo fornissimo noi potrebbe essere più competitivo».

Domani andrete a Roma per cominciare a lavorare sul polo di ricerca e sviluppo che strumenti finanziari pensate di affiancare al progetto?

«Al momento è solo un’idea ma vorremmo creare un fondo di private equity sul modello israeliano. Chi viene per fare ricerca non solo usufruisce di tasse flessibili ma anche di una leva finanziaria».

Quindi concorrenza all’Italia?

«No, è retrogrado pensarla così. Se un’azienda italiana viene da noi per fare ricerca San Marino ne beneficia, ma a godere dell’effetto a pioggia sarebbe l’indotto italiano. Cosi per il turismo. Se un cittadino europeo o extra europeo atterra a Rimini per visitare la Rocca passa per forza dalla Romagna. Vorrei che questa mentalità ci guidasse nei prossimi mesi. Lo scudo fiscale è passato e alla fine, paradossalmente, è servito a tutti».

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy