L’informazione : Caso 33mld, accusare la Gdf di comunicare dati irreali non è saggezza diplomatica

L’informazione : Caso 33mld, accusare la Gdf di comunicare dati irreali non è saggezza diplomatica

L’informazione di San Marino

Caso 33mld, accusare la Gdf di comunicare dati irreali non è saggezza diplomatica

Antonio Fabbri

A fronte del comunicato
diramato dalla Guardia di
Finanza si è , tra le altre
cose di ordine politico, di
fatto detto alle Fiamme
gialle che hanno sbagliato
i conti.

La Segreteria alle finanze ha infatti affermato che i dati diramati “non possono corrispondere alla realtà delle cose, sia in relazione ai volumi che ai soggetti interessati, in particolare quelli residenti che per quanto riportato corrispondono alla quasi totalità della popolazione”. (…)

In verità, forse, si è partiti con la dietrologia prima ancora di leggere bene il comunicato della Gdf. L’equivoco sulle posizioni sotto controllo nasce da questa frase: “L’approfondimento della ulteriore documentazione acquisita nel corso delle indagini, condotto dai Reparti Speciali della Guardia di Finanza, in stretta collaborazione con gli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria di Forlì e della Autorità Giudiziaria forliverse, per i profili connessi alle ipotesi di riciclaggio di proventi illeciti, ha permesso di individuare 58.841 soggetti, di cui 26.953 italiani e 31.888 sammarinesi o residenti all’estero, che hanno effettuato movimentazioni finanziarie, in entrata e/o in uscita, tra l’Italia e la Repubblica del Titano, per oltre 33 miliardi di euro”. Quei numeri significano che i soggetti – persone fisiche e giuridiche – sotto controllo per ipotesi di riciclaggio, sono oltre 58mila, e fin qui appare pacifico. Poi si specifica che di questi, quasi 27mila sono italiani, i restanti (31.888) sono “sammarinesi o residenti all’estero”. Ed è qui che nasce l’equivoco. Quel “residenti all’estero”, infatti, non significa “sammarinesi residenti all’estero”, ma, ad esempio, tedeschi, francesi, svizzeri, lussemburghesi, delle Isole del Canale, e così via.

Soggetti che tra
il 2009 e il 2014 di transazioni
col Titano ne hanno fatte eccome.
Altro dato di cui tener
conto è che quello che
qua, a San Marino, si ritiene
acqua passata, in realtà
non lo è oltre confine. A
fronte di questa considerazione
la nota non troppo
diplomatica dei Segretari
di Stato appare fuori luogo,
seppure faccia presa
sulla pancia orgogliosa
di molti. La vicenda Carisp-
Delta, archiviata sul
Titano con un ordine del
giorno post Commissione
di inchiesta con tanto
di note di biasimo per
la procura di Forlì, oltre
confine si è spostata da un
tribunale all’altro, ma non
è ancora chiusa, sebbene
la prescrizione incomba.
A Forlì è aperta anche la vicenda Re Nero, coi vertici
di Asset banca rinviati
a giudizio. Tutte questioni
che qua politicamente si
tende, per convenienze o
affinità, ad accantonare
prima ancora che valutare,
ma che evidentemente oltre
confine non sono inclini
a lasciar perdere. Anche
perché di mezzo, in questi
due casi e in tutte le altre
indagini che sono sotto
battuta della Gdf, ci sono
in ballo molti soldi, quei
33 miliardi di transazioni
che le fiamme gialle hanno
conteggiato non certo
a casaccio, ma seguendo
i flussi telematici e documentali.
E probabilmente
i conti sono tutt’altro che
sbagliati.

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