L’informazione di San Marino: Truffa alle assicurazioni, condannato a due anni e cinque mesi David Oddone

L’informazione di San Marino: Truffa alle assicurazioni, condannato a due anni e cinque mesi David Oddone

L’informazione di San Marino

Il caporedattore della “Tribuna sammarinese” era imputato assieme ad altre cinque persone per due sinistri fasulli

Truffa alle assicurazioni, condannato a due anni e cinque mesi David Oddone

Antonio Fabbri 

L’ultima udienza per truffa ai danni delle assicurazioni a carico di David Oddone caporedattore de “La Tribuna sammarinese”, e di altre cinque persone, si è aperta con le sue dichiarazioni spontanee.

Unico imputato presente, Oddone
ha chiesto la parola al giudice
Battaglino.
“Sarò breve. Soltanto per sottolineare
quanto mi dispiaccia
essere qui oggi a rispondere di
accuse molto gravi. Nella mia
vita, che ho sempre improntato
alla trasparenza e alla legalità,
credo di avere anche contribuito
a migliorare questo paese con
il mio lavoro. 

Mi è dispiaciuto ascoltare
nelle passate udienze delle risatine e commenti anche in quest’aula. Mi
dispiace ancora di più per i miei genitori che non meritano neanche loro
questa umiliazione ed ho preteso io che non fossero qui. Per me sarà
una ferita difficilmente ricucibile.
A prescindere da come
finirà questo processo posso andare a testa alta per quello che ho fatto
nella mia vita: non ho mai truffato nessuno e non ho mai commesso
reati. Ci tenevo soltanto a dirlo per essere a posto con la mia
coscienza”.

Dopo questa dichiarazione il
giudice ha dato la parola agli
avvocati di parte civile delle
quattro assicurazioni truffate,
Unipol Sai, Generali, Zurich e
Cattolica.

Le parti civili
Durissimi gli avvocati delle
assicurazioni. Antonella Bonelli
in giudizio per Unipol ha parlato
di “evidenze emergenti dagli
atti sulla responsabilità degli
imputati, a conferma della simulazione
dei sinistri per ottenere
risarcimenti, usufruendo delle
tabelle retributive più generose
di San Marino”.
Il legale delle Generali, Paolo
Maria Chersevani del foro di
Venezia in tandem con l’avvocato
Matteo Lonfernini di San
Marino, ha parlato di un procedimento
“di una devastante
semplicità, al di là della cortina
fumogena alzata dalle difese degli
imputati”, ritenendo palese la
fondatezza delle accuse mosse.

I legali Gianpaolo Pasquali del
foro di San Marino e Michele
Gnudi del foro di Bologna per
Zurich, hanno sottolineato come
“evidente” la responsabilità
penale degli imputati, rilevando
come per un sinistro fittizio sia
stato messo in moto un apparato
liquidatorio costoso in danno
della compagnia assicurativa.
Per la Cattolica assicurazioni
l’avvocato Gloria Giardi, in giudizio
assieme al collega italiano
Gianni Frisoni, ha parlato di fatti
“incontestabili” ed ha rilevato
come vi fossero stati altri finti
incidenti precedenti, rilevati
oltre confine, oltre ai due contestati
nel procedimento sammarinese.
L’avvocato ha parlato
di una “collaudata tensione a
delinquere”.
“Questo tipo di truffa – ha poi
aggiunto – crea allarme sociale,
droga il mercato delle assicurazione
e crea danno alle compagnie,
ma ancor prima alle vere
vittime della strada”.

La Procura fiscale
Il pro fiscale, Giovanni Belluzzi,
ha dal canto suo rilevato come
non vi sia “nessun dubbio che i
sinistri stradali siano stati concordati
fra gli imputati”.
Quindi, condividendo le conclusioni
delle parti civili, ha formulato
le richieste di condanna:
2 anni e 5 mesi per David Oddone;
2 anni e 2 mesi per Anna
Lombardozzi; 2 anni e un mese
per Alessandro Pecci; 2 anni per
Maurizio Oddone e, riconoscendo
la confessione utilmente resa,
ha chiesto 8 mesi per Davide
Giuliani e Antonella Jessica Leone.
Richieste del Pf per buona
parte condivise, poi, dal giudice
nella sentenza.

Le difese
Ad aprire le arringhe difensive
è stato l’avvocato Elia Fabbri,
difensore di Davide Giuliani e
Jessica Leone, i due imputati rei
confessi. Per loro il legale ha
chiesto di riconoscere la confessione
utilmente resa, abbassando
la pena di un grado. “Non ci
sono dubbi sulla spontaneità di
questa confessione – ha detto
l’avvocato – Per questo chiedo
di concedere la diminuzione di
un grado della pena, da comminare
nel minimo e con la concessione
dei benefici di legge”.
Poi è stata la volta degli avvocati Filippo Cocco del foro di
Rimini e Rossano Fabbri di San
Marino, difensori degli altri
imputati. “Oggi ho bisogno
della protezione del Wwf perché
credo di essere una razza in
estinzione se, a fronte di quanto
detto dai colleghi, ritengo che
le garanzie processuali debbano
essere una priorità. Altrimenti,
se il fine giustifica i mezzi, c’è
lesione dei diritti. Noi, nella fase
dell’indagine, non c’eravamo”,
ha rilevato l’avvocato Cocco,
sostenendo che il diritto di difesa
non è stato garantito. “Il
fascicolo è stato segretato per
alcuni e per altri no. Abbiamo
appreso del processo pochi giorni
prima del rinvio a giudizio.
Alla domanda del perché, come
Polizia civile che ha condotto le
indagini, avessero suggerito la
segretazione degli atti l’ispettore
Paganelli ha risposto qui:
perché uno degli indagati era
avvocato. E allora? Perché uno
è avvocato deve avere meno
garanzie degli altri?”, ha detto
il legale. “Non è vero – ha detto
la difesa – che le prove risultano
dagli atti. L’unica prova sono le
confessioni”. Confessioni che le
difese hanno messo in dubbio.
“Non sono stati sentiti i medici,
non è stato verificato se vi siano
tracce di versamento sui conti
bancari…”. L’avvocato Cocco
ha chiesto tra l’altro di dichiarare
il difetto di giurisdizione
o in subordine rimettere atti in
istruttoria e, nel merito, di mandare
assolti gli imputati. Stesse
richieste dall’avvocato Rossano
Fabbri che aveva ripercorso le
tappe del procedimento “nato il
primo agosto del 2012 e la cui
segretazione è durata 18 mesi,
quando la normativa parla di 9
mesi di tempo massimo. Il 10
gennaio 2014 abbiamo ricevuto
la comunicazione giudiziaria e
34 giorni dopo il rinvio a giudizio.
Non ho ancora capito se
il sinistro è avvenuto o no. Ci
sono due coimputati che parlano
nella fase istruttoria e qui non
vengono a dirci nulla”.

Gli episodi contestati
e la condanna

Gli episodi contestati erano due.
Uno del 18 ottobre 2009 e l’altro
del 17 settembre 2011. Entrambi
incidenti ritenuti fasulli verificatisi
in via Ordelaffi. In entrambi
i casi si trattò di tamponamenti,
uno tra due auto e uno tra un’auto
e un autocarro.
Nel processo sono stati valutati
questi due episodi e, concluse
requisitorie e arringhe difensive,
il giudice Roberto Battaglino si
è ritirato in camera di consiglio.
Dopo circa mezz’ora la sentenza.

Il giudice ha condannato David Oddone a 2 anni e 5 mesi
di prigionia e a 1 anno e 5 mesi interdizione dai pubblici uffici e
diritti politici. Condanna a 2 anni e 2 mesi per Anna Lombardozzi e un
anno e due mesi di interdizione. La pena dell’interdizione è stata
sospesa mentre per la prigionia il giudice ha sancito la possibilità di
commutare la pena con una misura alternativa alla detenzione. Per gli
altri imputati – Maurizio Oddone, Alessandro Pecci, Davide Giuliani e
Antonella Jessica Leone – condanna a 2 anni di prigionia e a un anno di
interdizione.

Per loro pene sospese.
Inoltre il giudice ha condannato
in solido gli imputati al pagamento
delle spese processuali,
degli onorari di parte civile e al
risarcimento del danno verso le
assicurazioni da liquidare in sede
civile. A favore di ciascuna compagnia
il giudice ha stabilito una
provvisionale: 24.500 euro alla
Unipol, 12.000 euro alla Cattolica,
7.600 alle Generali e 5.000
alla Zurich.

La difesa di Oddone ha già annunciato appello.

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