L’informazione: Polo della moda, depositate 647 firme / Adesso il referendum e’ piu’ vicino

L’informazione: Polo della moda, depositate 647 firme / Adesso il referendum e’ piu’ vicino

L’informazione di San Marino

Polo della moda, depositate 647 firme

Adesso il referendum è più vicino

Il Comitato
cittadino
attende che
almeno seicento
“autografi” siano
considerati validi
Giardi: “Andremo
alle urne tra i mesi
di aprile e maggio

SAN MARINO. Sotto attacco mediatico e della politica, il Comitato per la tutela zona parco di Rovereta quello anti-polo della moda tira dritto e consegna oggi 647 firme per proseguire nell’’iter referendario. 

Da Palazzo
Pubblico, Sandra Giardi, legale
rappresentante del comitato,
affiancata da Raniero Forcellini,
incontra i cronisti non
appena consegnate le firme ai
Reggenti.

Dopo la bocciatura del primo quesito e l’accoglimento del secondo da parte dei Garanti, ora al Comitato non resta che attendere la validazione delle oltre 600 firme, raccolte in due mesi. Ce ne sono 136 in più rispetto alla soglia necessaria per legge. Ci vorranno due settimane per l’okay definitivo poi, insieme ad altri tre referendum in attesa, i sammarinesi potranno essere chiamati alle urne in primavera per decidere se revocare la variante di Prg che consentirebbe la costruzione del polo della moda di Rovereta da parte del gruppo Borletti.

Giardi spiega che “il voto potrà
essere tra fine aprile e maggio”.
La legale rappresentante
sottolinea quindi le difficoltà
incontrare fin qui: “Questo
referendum è impegnativo, se
non devastante, eravamo soli -spiega-
non si è esposto nessuno,
neanche l’opposizione lo ha
fatto per il nostro comitato”. Al
contrario “la politica ci ha dato contro in maniera spropositata
-sottolinea- ma noi siamo
solo un comitato di cittadini”.
La portavoce lamenta anche
la poca attenzione avuta dalla
stampa, non solo.


“Si è cercato di allontanare la
gente dallo scopo principale del
comitato- sottolinea- che è unicamente
difendere quell’area e
quelle adiacenti non edificate”.
Eppure su questo referendum
in gioco sembrano esserci le
sorti della legislatura, ma il
comitato glissa: “Per noi non è
una questione politica -replica
Giardi- il nostro è un ragionamento
territoriale”. “Il nostro
scopo, da quando ci siamo
costituiti lo scorso maggio- ribadisce
Forcellini- è sempre stato quello di salvaguardare
quel poco territorio che ci è
rimasto”. Tanto più che mai il
comitato, precisano, ha attaccato
il gruppo di imprenditori
coinvolto. Però il referendum
chiede un passo indietro rispetto
ad una decisione presa dal
Consiglio grande e generale a
larga maggioranza, almeno dai
tre terzi dell’Aula. “Nessuno
dice che il parlamento non sia
democratico -replica Giardi- ma
non vuole dire che in 5 anni
un consigliere possa fare quello
che vuole, non possiamo stare
tutti zitti, la democrazia deve
essere legata alla partecipazione
sociale”.

L’accusa più volte rivolta al
comitato da governo e maggioranza
è quella di voler
ostacolare l’occupazione e lo
sviluppo del Paese. Anche in
questo caso Giardi si toglie
qualche sassolino: “Visto che
il segretario Mularoni ricorre
sempre allo slogan “posti
per i giovani’’ e che i giovani
disoccupati a San Marino sono
per lo più laureati, mi chiedo se
lo sviluppo è inteso nel trovare
per loro lavoro come commessi”.
E ancora: “Gli imprenditori
usino le leggi esistenti, no
varianti ad hoc- conclude- non
è che chiunque può venire a
fare quello che vuole nel nostro
Paese solo perché offre 200 posti
di lavoro che non centrano
molto con i curricula dei nostri
disoccupati”.


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