Lionello Mancini,Sole 24 Ore, San Marino azzera i vertici della Banca centrale

Lionello Mancini,Sole 24 Ore, San Marino azzera i vertici della Banca centrale

Sole 24 Ore

San Marino. Azzerati i vertici della banca centrale del Titano – San Marino azzera i vertici della Banca centrale

di Lionello Mancini

Si saprà oggi, verso metà mattina, se la frattura conclamata tra i vertici politici e quelli della Banca centrale di San Marino potrà essere in qualche modo ricomposta. Se così non sarà, lo strappo consumato il 4 ebbraio dal Governo di San Marino, che ha licenziato Stefano Caringi, uomo di punta della vigilanza bancaria del Titano, porterà al clamoroso azzeramento del vertice della Banca centrale, con le dimissioni del direttore generale, Luca Papi e anche del presidente, Biagio Bossone. La decisione sembra già presa – lasciare – ma lo si saprà solo oggi, quando la lettera dei due manager raggiungerà in Liechtenstein i Capitani reggenti.

Tra poche ore, dunque, Bossone e Papi chiariranno se intendono mantenere i rispettivi- incarichi oppure se faranno le valigie come il collega della Vigilanza. I segnali negativi sono già oggi prevalenti, a cominciare dal no (l’unico su sei) alla defenestrazione di Caringi espresso da Bossone in consiglio direttivo; alla campagna di stampa (locale) contro gli stipendi d’oro «dei non sammarinesi» che fanno parte «di certi organismi» di Banca centrale; alle spallucce del Governo davanti alla possibilità che la reputazione di San Marino si sgretoli proprio in quegli ambienti finanziari internazionali cui la Repubblica sta bussando disperatamente da oltre un anno. Se si considera che proprio questa banca centrale ha ottenuto i maggiori riconoscimenti internazionali per i risultati fin qui ottenuti (l’ultimo, il febbraio, dal Fmi che definisce Bcsm la main driver dei cambiamenti senza mai citare il Governo), i rischi che corre la patria del nero italiano sono davvero gravi.

«La Banca centrale ci ha indicati come un Governo che intralcia i cambiamenti protesta il segretario agli Esteri Antonella Mularoni- . Questo è intollerabile: è proprio la Vigilanza che non ha seguito le disposizioni da noi impartite, danneggiando così il Paese». E molto dura Mularoni, che nel Comitato per il credito e il risparmio ha contribuito a tagliare i ponti con Caringi. Ma quali siano le disposizioni tradite, Mularoni non lo precisa, mentre si dice contrariata «quanto ogni sammarinese» per un fatto che potrebbe essere l’innesco dell’allontanamento del capo della vigilanza. Il 6 ottobre scorso, Caringi viene convocato dalla Procura di Forlì come persona informata sui fatti nell’inchiesta Delta-Cassa di risparmio di San Marino. E in quella sede, come ripete con foga la stessa Mularoni «anziché attenersi alle nostre procedure, per esempio farsi interrogare per rogatoria, è andato e ha risposto per ore a domande di ogni genere». Insomma un italiano che, si legge su una testata sammarinese (l’online giornale.sm , proprietà panamense, direttore sconosciuto agli stessi editorialisti), Caringi va cacciato perché ha violato il segreto bancario «dicendo e confermando tesi anche singolari, ma il più delle volte probabilmente veritiere, del pm Di Vizio».

Alla Bcsm nessuno replica, ma sul sito della Banca centrale è possibile trovare qualche smentita alle affermazioni del Governo su inadeguatezza e immobilismo della Vigilanza bancaria. Nell’ultima Relazione annuale, si legge di un numero crescente di ispezioni (219 nel 2007; 447 nel 2008; 312 fino a luglio 2009), di liquidazioni di finanziarie e fiduciarie (2007:2; 2008: nessuna; 2009:3 fino a luglio) e di sanzioni a esponenti di banche (i nel 2006, nessuna nel 2007; 14 nel 2008; 7 fino a sei mesi fa). E intanto sul Monte si parla di un altro fatto che ha avvelenato i rapporti tra politica e Banca: l’ispezione in corso su Banca partner, per bloccare la quale molto si spende il segretario alle Finanze Gabriele Gatti, attualmente negli Usa.

Oggi sapremo, ma resta il mistero di come il Titano pensi di rimpiazzare velocemente nel caso in cui lascino persone quotate e credibili presso Banca d’Italia, come Bossone, Caringi e Papi, tutti e tre ex di Via Nazionale.

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