L’Osla chiede chiarezza sulla Centrale del Latte

L’Osla chiede chiarezza sulla Centrale del Latte

RISPOSTE CHIARE SULLA CENTRALE DEL LATTE
Osla chiede risposte chiare in relazione alla privatizzazione della Centrale del Latte, esprimendo tutta la sua preoccupazione per una vicenda confusa che frena lo sviluppo dell’economia sammarinese e la liberalizzazione del mercato, penalizzando i consumatori.

In merito alla vicenda della Centrale del Latte, Osla si dichiara estremamente preoccupata per gli incomprensibili rallentamenti nel processo di cessione aziendale. Non si capiscono, infatti, i tentennamenti del mondo politico relativi a una vicenda che era, fino alla fine dello scorso anno, perfettamente lineare. A seguito dell’emissione di un regolare bando di concorso, diversi soggetti
privati avevano presentato la propria proposta per aggiudicarsi la gestione aziendale. Alla fine del 2007 si era giunti a identificare una rosa molto limitata di possibili soggetti idonei ad aggiudicarsi il
bando. Subito dopo, l’esplosione di mille polemiche ha fermato un processo di liberalizzazione del mercato che non avrebbe potuto che apportare benefici tanto al mondo imprenditoriale sammarinese, dato che fra le aziende coinvolte vi erano alcune delle più grosse realtà della Repubblica del settore alimentare, quanto ai consumatori che, grazie all’abolizione della cosiddetta “Zona Bianca”, avrebbero finalmente potuto acquistare latte a lunga conservazione risparmiando anche fino al 30%.

Pur non volendo parteggiare per nessuno specifico soggetto che si sia dimostrato idoneo all’assegnazione dell’azienda, Osla fatica a comprendere le cause di questa polemica, che, come risultato, oltre ad offuscare i meccanismi di un utile processo di privatizzazione in grado di rinvigorire il mercato tutelando la specificità e la qualità del prodotto sammarinese, produce solo disorientamento presso i consumatori, penalizzandone il potere di acquisto, dato che la “Zona
Bianca” continua a rimanere in vigore e incentivando, di fatto, gli acquisti fuori territorio. Inutile sottolineare come questo sia un danno rilevante tanto per il settore alimentare, che ha dimostrato
di saper essere un settore vivo e competitivo della nostra economia nonostante l’agguerrita concorrenza delle realtà che operano a ridosso dei nostri confini, quanto per l’intero Paese, in
termini di immagine e di mancati guadagni da parte dello Stato.

Osla richiede, pertanto, risposte chiare su questo tema, auspicando che questa incomprensibile vicenda possa giungere al più presto ad una conclusione in grado di tutelare tanto gli investimenti delle aziende sammarinesi che rappresentano un patrimonio per la nostra realtà economica, quanto il potere d’acquisto dei consumatori.

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