“L’ultima marcia del tenente Péguy” del riminese Roberto Gabellini apre il nuovo Salotto di Villa Manzoni

“L’ultima marcia del tenente Péguy” del riminese Roberto Gabellini apre il nuovo Salotto di Villa Manzoni

COMUNICATO STAMPA
“L’ultima marcia del tenente Péguy”
del riminese Roberto Gabellini apre il nuovo Salotto di Villa Manzoni
Il salotto letterario inaugura la sua seconda stagione con un appassionante racconto in versi sull’ultimo mese di vita del grande polemista francese, caduto un secolo fa sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Giovedì 23 aprile, ore 21.
San Marino, 17 aprile 2015
Giovedì 23 aprile, ore 21. E’ la data della riapertura del Salotto letterario di Villa Manzoni, promosso dall’Ente Cassa Faetano – Fondazione Banca di San Marino.
Il salotto, accolto nel 2014 con grande interesse e partecipazione, inizia il suo secondo calendario con un autore impegnativo e interessante, tutto da scoprire, qual è il giornalista, scrittore, riminese, Roberto Gabellini e il suo poema epico “L’ultima marcia del tenente Péguy”.
Si tratta di un romanzo, o meglio di un saggio sotto forma di poema, risolto con mano sicura da un autore dal curriculum eclettico. Oltre che poeta, Gabellini ha infatti scritto per il teatro e ha all’attivo, tra gli altri, un volume di racconti “Pescatori d’Italia” (Mursia, 2011), tanto difficile da collocare quanto coinvolgente nella sua coralità. Sono caratteristiche che tornano anche nel suo ultimo lavoro. Ci troviamo di fronte ad un poemetto in quartine uscito per le Edizioni Ares lo scorso agosto.
Il testo propone una materia povera, sembrerebbe inerte, quasi un nulla: gli ultimi trenta giorni del poeta francese Charles Péguy in marcia da Bourg-la-Reine, dove lascia la moglie e i figli, a Villeroy, lungo il fronte della Grande Guerra: ultimo orizzonte che insegue inseguito, come succede ad ogni uomo nella vita. Charles Péguy muore negli scontri che precedono l’inizio della battaglia della Marna, nel tardo pomeriggio del 5 settembre 1914. Subentrato al comando della sua compagnia, dopo che il suo capitano era stato colpito, viene colpito in fronte mentre guida gli uomini all’assalto di una postazione tedesca. Si conclude così il viaggio terreno di una delle voci più profetiche del Novecento, il socialista tornato al cattolicesimo senza rinnegare il proprio passato. Un magistero fiammante, limpido e, forse, ancora oggi inascoltato. Péguy fu tra i primi ad essere risucchiato dal vortice della guerra. Presto, la lista degli artisti uccisi sarebbe stata spettralmente lunga. Roberto Gabellini ha messo a fuoco la corsa di un poeta puro e folle come Parsifal, genuino e ardente come Giovanna d’Arco, verso “quell’incontro” che aveva cercato senza sconti in ogni istante della sua esistenza. L’ultima marcia di Charles Péguy è uno scavo sul senso della vita e sul mistero del dolore. Che può essere capovolto dalla forza spiazzante della Grazia.
Péguy, di cui nel 2014 si è celebrato il centenario della morte, fu misconosciuto o addirittura frainteso dal milieu cattolico a lui contemporaneo. Fu la scrupolosa indagine critica di grandi teologi come Von Balthasar, Daniélou e De Lubac a svelarne tutta la profondità e la consonanza con il cristianesimo.

Una serata di alto profilo culturale e un’importante occasione di conoscenza, perfettamente in linea con gli obiettivi del salotto di Villa Manzoni e dell’Ente, che ha istituito l’iniziativa proprio per avvicinare gli autori al pubblico sammarinese e promuovere il piacere della lettura.


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