L’Usl spinge per una maggiore attuazione dello smart working a San Marino

L’Usl spinge per una maggiore attuazione dello smart working a San Marino

“Che fine ha fatto lo smart working?”.

Se lo domanda l’Unione sammarinese dei lavoratori, sottolineando in un comunicato che “lo smart working a San Marino è poco attutato nonostante si tratti di una modalità di lavoro flessibile con indubbi vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende stesse, con le dovute regole, a tutela di entrambe le parti”.

“È infatti utile per il dipendente a migliorare la conciliazione della vita lavorativa con quella privata: si pensi alla comodità di poter restare nell’ambiente domestico dove pur dedicandosi al lavoro si ha comunque l’opportunità, per chi li ha, di avere sott’occhio i bambini e di poterli seguire nelle loro attività – sottolinea il sindacato -. Non è un caso che la normativa stabilisca un percorso privilegiato per le mamme di figli sotto ai 14 anni. In questo modo molti studi hanno evidenziato che si genera un aumento della produttività legata alla diminuzione dello stress dovuto anche alle preoccupazioni per i propri familiari. Inoltre, risparmiare il costo e il tempo del viaggio rappresenta un vantaggio non da poco per chi risiede lontano dalla sede lavorativa”.

E ancora: “Le aziende, quelle dove il lavoro agile è possibile, registrano anche un risparmio sotto il profilo di spazi da mettere a disposizione, utenze e manutenzione, guadagnando al contempo una reputazione che le rende più attrattive nei confronti di quelle lavoratrici e quei lavoratori che ad altre condizioni non sarebbero così produttivi o sarebbero impossibilitati a offrire le proprie prestazioni”.

L’Usl rimarca che “la legge n. 202 del 2020, art. 7 (Incentivi per il datore di lavoro privato) stabilisce che le ore lavorate in lavoro agile dai lavoratori (…) che risultano essere genitori o affidatari di figli minori sino ai dodici anni di età, di figli in condizioni di disabilità di qualunque età o membri di nuclei familiari aventi nello stato di famiglia persone disabili o non autosufficienti godono di uno sgravio contributivo pari al 50%; pur ritenendo che 12 anni siano una soglia bassa, e che questa legge non è stata più oggetto di riflessione e quindi di possibile miglioramento, riteniamo rappresenti un notevole passo avanti per il mondo del lavoro”.

“Sul piatto della bilancia vanno messi ovviamente anche i possibili svantaggi, quelli per i dipendenti riguardano il rischio dell’isolamento sociale e le difficoltà a separare vita privata e lavorativa mentre per le aziende, oltre al problema del controllo, qui occorrerebbe cambiare il paradigma mentale, c’è quello legato agli investimenti tecnologici e il rischio che si affievolisca lo spirito di squadra. In ogni caso la normativa sammarinese sul lavoro agile tiene conto di questi aspetti, tanto che stabilisce che il dipendente assunto a tempo determinato o indeterminato debba svolgere la propria attività prevalentemente in sede aziendale e solo in parte da remoto” asserisce l’Usl.

“Come sindacato – ha dichiarato il segretario generale dell’Unione sammarinese dei lavoratori, Francesca Busignani –, auspichiamo da sempre che norme scritte per migliorare la vita dei lavoratori trovino piena attuazione. Spiace dunque che ad oggi questa modalità sia scarsamente applicata. Ma nella vita oltre alle parole si devono fare i fatti ed è per questo che non volendo solo parlare delle problematiche, una nostra dipendente fruirà del lavoro agile due giorni a settimana, perché i fatti concreti valgono più di 1.000 parole. L’augurio è che lo smart working venga calibrato sugli obiettivi e che si inizi, laddove possibile, a utilizzarlo molto più di adesso”.

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