Mario Gerevini, Corriere della Sera. Gli affari di Samori’ tra San Marino e Curaçao

Mario Gerevini, Corriere della Sera. Gli affari di Samori’ tra San Marino e Curaçao

Corriere della Sera

Il personaggio L’uomo nuovo del
centrodestra opera attraverso Modena Capitale: la maggioranza è della Zevenplint
che ha sede nel paradiso fiscale

Gli affari di Samorì tra San Marino e
Curaçao

Ambasciatore in Francia per il Titano Nella sua società anche
una holding caraibica

Mario Gerevini   

 Vuole diventare il leader del Pdl. Il
nuovo Berlusconi. E poi dare la scalata
a premier. Gianpiero Samorì, 55 anni,
avvocato modenese, leader del Mir
(Moderati italiani in rivoluzione) il movimento
che ieri ha concluso la convention
a Chianciano, dichiara: «Non
ho mai nascosto nulla perché non ho
nulla da nascondere, tutto quello che
ho realizzato in oltre trent’anni di lavoro
è trasparente». Da una parte gli si
deve credere. Dall’altra c’è una holding
e un indirizzo nel paradiso fiscale
dell’isola caraibica di Curaçao: «Zevenplint
n.v.», Pareraweg 46-P.O. Box
4914 per la corrispondenza. Si arriva lì
interrogandosi sulla proprietà di Modena
Capitale, la società (in parte in pegno
alle banche) capofila in Italia degli
affari del diplomatico emiliano. Diplomatico?
Andiamo a dare un’occhiata
nella Repubblica di San Marino.

 Samorì & Jean Todt

Samorì è entrato nel corpo diplomatico
giurando fedeltà alla piccola repubblica,
scossa negli ultimi anni dagli
scandali delle sue banche. L’avvocato,
che è anche professore di Diritto
commerciale all’università di Urbino,
è stato nominato dal Congresso di Stato
(9 dicembre 2010) ambasciatore del
Titano in Francia. Nel suo staff parigino
c’è anche il «ministro plenipotenziario
» Jean Todt, cioè l’ex amministratore
delegato della Ferrari ora presidente
della Fia-Federazione Internazionale
dell’Automobile.
Non è noto quanto tempo Samorì
passi a Parigi a curare gli interessi di
San Marino né quanto il suo operato
abbia inciso sui rapporti bilaterali.
Non l’hanno capito nemmeno i funzionari
del ministero degli Esteri sammarinese
o i colleghi ambasciatori («Samorì?
Ma è sicuro che sia un nostro
ambasciatore?»). Dicono che si sia fatto
vedere solo a settembre scorso
quando si è celebrata la «convention»
del corpo consolare (degno di una superpotenza).
Però il finanziere, vicino
a Marcello Dell’Utri, da due anni gode
dell’immunità e possiede un bel passaporto
diplomatico che fa sempre il suo
effetto.

Più spiagge, meno fisco

Il documento potrebbe essere utile,
per esempio, nelle scavallate oceaniche
da Modena a Curaçao, francobollo
olandese di terra e palme di fronte al
Venezuela, rifugio di tanti capitali in
fuga (non necessariamente illecita)
dal fisco. Qui i bilanci non sono pubblici,
la proprietà delle finanziarie è coperta
dalle azioni al portatore, la violazione
del segreto bancario è sanzionata
penalmente. Ma Curaçao è anche un
fantastico concentrato di spiagge e fondali
per immersioni, con alberghi di ottimo
livello.
Quale che sia il motivo, la quota più
importante del gruppo di Samorì (finanza,
assicurazioni, editoria, immobiliare)
è emigrata, società dopo società con un gioco di matrioske italo-olandesi,
nell’isola caraibica. Ma probabilmente
anche Curaçao è solo una sponda.
Modena Capitale, interpellata
venerdì via
email sulla struttura proprietaria,
non ha risposto.

 Il partner di Panama

Resta il dubbio: dietro
la Zevenplint, il maggior
azionista, c’è davvero
l’avvocato di Modena?
Se invece è sua, perché
trasferire il controllo a
Curaçao e non, per esempio,
a Ischia che è sempre
un’isola, ha ottimi alberghi,
spiagge notevoli
ed è più comoda da raggiungere?
Sarà per le immersioni.
Nei cassetti degli uffici di Samorì,
che recentemente ha dichiarato:
«Non ho conti all’estero», sono ancora
rintracciabili le carte di un finanziamento
erogato due anni fa a una società
lussemburghese costituita con capitali
panamensi. E si sa che Panama è
imbattibile nel gioco al nascondino della finanza.

San Cesario international

I nomi delle società del gruppo, tutte
con il suffisso «Modena Capitale» sono
molto international: Aviation,
Banking Partecipations, Industry Partecipations
e Insurance Partecipations.
Dove Partecipations dovrebbe essere
la variante emiliana dell’inglese Participations.
Il 90% del fatturato del gruppo, tuttavia,
viene realizzato a San Cesario sul
Panaro dalla Assicuratrice Milanese,
piccola compagnia che fa 55 milioni di
raccolta premi nel ramo danni.
Con due banche i rapporti sono
strettissimi: l’abruzzese Banca Tercas e
la Veneto Banca, una grossa popolare
di Montebelluna (Treviso) che è arrivata
ad avere in pegno più di un terzo del
gruppo e la proprietà diretta di circa il
3,3%. Anche l’acquisto in Borsa dello 0,4% di Mediobanca (circa 20 milioni)
Samorì l’ha realizzato esclusivamente
con i soldi di Veneto Banca che infatti
ha in pegno tutto il pacchetto. E Tercas?
È un problema serio. Vi sono rapporti
creditizi e strategiche partecipazioni
incrociate ma ora la banca è commissariata
da Banca d’Italia per gravi irregolarità,
anche per i rapporti con
una banca sammarinese che ha fatto
crac.

Emilio Fede, in prima fila alla convention
di Chianciano, aveva il conto
alla filiale modenese di Tercas, garantito,
pare, da Samorì. L’uomo che vuole
governare l’Italia, l’ambasciatore che
ha giurato fedeltà a San Marino, il finanziere
che ha portato la holding a
Curaçao.

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