Mario Gerevini, Corriere della Sera, su Banca Centrale

Mario Gerevini, Corriere della Sera, su Banca Centrale

Mario Gerevini
Corriere della Sera
Le pressioni sulla Banca Centrale di San Marino e lo strano caso di mister Alfa e mister Beta

I nomi dei ministri e la replica: “Nessuna interferenza”. 500 controlli della Gdf.

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Il nuovo San Marino-gate è racchiuso in un documento di otto pagine, con nomi criptati e chiave di lettura sigillata in una busta consegnata ai due capi di Stato. E di fatto una denuncia circostanziata delle intromissioni del governo nell’autonomia della Banca Centrale di San Marino (Bcsm), l’organo di vigilanza del sistema finanziario. La firma è dei vertici dimissionari, il presidente Biagio Bossone e il direttore generale Luca Papi. Sono indicati come «Alfa» e «Beta» i due membri del governo che negli ultimi mesi avrebbero esercitato pressioni e interferenze sulla Banca Centrale per «condizionarne — parole dl Bossone e Papi nella lettera di dimissioni — l’azione di vigilanza, sospendere ispezioni scomode, concedere autorizzazioni in assenza dei requisiti, ammorbidire interventi e sanzioni».
Chi sono Alfa e Beta? Il ministro delle Finanze Gabriele Gatti e, con un ruolo molto defilato, quello degli Esteri Antonella Mularoni. Replica Gatti: «Mai alcuna pressione. Loro stessi nell’ultima lettera fanno un passo indietro e dicono che non si sono dimessi per queste pretese interferenze. Ma certo ci siamo preoccupati di favorire un appoggio al sistema».
Da alcuni giorni il toto-alfa e toto-beta tiene banco a San Marino. In parlamento sei giorni fa è stato letto il documento con gli omissis redatto da Bossone e Papi: letto e non verbalizzato per riservatezza. E’ un affaire di Stato, per quanto bonsai. Le cifre però sono da «G20» su certe materie come le frodi Iva. La Gdf ha annunciato ieri un piano di 500 controlli sull’asse Italia-San Marino.
Quando e perché i due ministri avrebbero tentato di invadere il campo della Banca Centrale? L’episodio finale, Il detonatore, è stata l’ispezione decisa da Bcsm a metà gennaio presso Banca Partner. Ma la cosa non sarebbe piaciuta al proprietario di Banca Partner (tramite lo schermo della lussemburghese Leiton Holding), cioè l’assai influente costruttore e immobiliarista locale Marino Grandoni. E così Il ministro delle Finanze Gatti (che nega categoricamente) sarebbe intervenuto per tentare di bloccare l’ispezione. Il presidente di Banca Partner, Aldo Loperfido, ex Bankitalia, al telefono lamenta «le troppe Illazioni» e dice: «ci sono schieramenti che vogliono danneggiarci».
Nel caso di un’altra banca li governo si sarebbe mosso per spingere Bcsm ad autorizzare l’ingresso di un gruppo straniero (che poi rinunciò) nonostante non avesse I requisiti. Altro episodio il tentativo di bloccare un’azione dl responsabilità contro gli organi amministrativi di una finanziaria (Effepi) commissariata per gravi irregolarità. Infine le ingerenze del governo sarebbero arrivate anche alla gestione della crisi Fingestus, finanziaria che fa capo alla Karnak, importante realtà industriale sammarinese.
Il governo ha presentato un esposto sulle accuse dei vertici di Bcsm. Il Tribunale sammarinese dovrebbe sentire Bossone e Papi a breve. «E io spero che quella lettera, sulla quale oggi c’è il segreto d’ufficio, venga resa pubblica — afferma Gatti — perché si capisca che ci siamo mossi esclusivamente all’interno delle nostre prerogative e responsabilità».

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