Matteo Zeppa di Rete intervista rilasciata a L’Informazione di San Marino

Matteo Zeppa di Rete intervista rilasciata a L’Informazione di San Marino

L’Informazione di San Marino

 Zeppa (Rete): “tutto deve partire da una parola sconosciuta qui: trasparenza
avrebbe inizio dall’effettiva collaborazione degli uffici statali e i loro
database”
/ “Mafia, la sinergia con l’Italia deve essere imprescindibile.
Loro hanno i numeri e a noi manca una casistica da permetterci di stare
tranquilli. Ed un Tribunale che sia efficiente”

Si sente parlare di riordino degli interi Corpi di Polizia Sammarinesi da tempo
oramai. Ma ho il terrore che esso possa essere svolto alla sammarinese”

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Una delle sorprese nel nuovo Consiglio Grande e Generale è certamente
rappresentata dalle donne e dagli uomini di Rete. E proprio da Rete ci si
aspetta oggi un cambio di passo soprattutto per quanto riguarda la trasparenza.
Sui temi di attualità abbiamo intervistato il consigliere Matteo Zeppa, da poco
nominato membro della Commissione Antimafia.

Consigliere, pensa che la commissione Antimafia sia uno strumento
veramente utile?
Quella precedente è servita a qualcosa? “Su quella
precedente è arcinota la mia posizione. Le metodologie attuate non le ho mai
condivise, ed anzi l’effetto che ha prodotto è stato, ad oggi, semplicemente
l’allontanamento di alcuni personaggi della recente politica, senza colpo
ferire. Anzi in molti casi, ha offerto ad essi il fianco per recriminazioni di
ogni sorta. Tuttavia se lo scopo fosse quello di non utilizzarla per eliminare i
nemici politici, e se fosse anche collaborativa -per esempio- con realtà del
circondario, penso ai ragazzi del Gruppo AntiMafia Pio La Torre piuttosto che al
Gruppo dello Zuccherificio o al Vedo Sento e Parlo, aperta insomma verso coloro
che hanno maggiore esperienza nel merito, allora si aprirebbero scenari davvero
importanti per questa Commissione. Altrimenti rimarrebbe lì in quel limbo fatto
di tanti numeri, senza arte alcuna. Riteniamo come Rete che la chiusura verso
l’esterno sia infatti la più grande colpa di questo Stato, troppo
autoreferenziale e poco modesto”

Ricordiamo ancora la frase
del giornalista Pino Maniaci,
quando venne a san Marino,
che disse “a san Marino
non avete solo la mafia:
avete anche la camorra, la
‘ndrangheta”… finalmente
la politica ha preso coscienza
del problema e dell’esistenza
di questi fenomeni sul
territorio?
“Come non ricordarlo Pino?

Lo ospitammo con immenso
gaudio a San Marino con i
ragazzi di Sottomarino in una
fresca serata pre-estiva. Una serata che non volevamo avesse
fine. E’ formativo sentire
quanto certe persone possano
essere costruttive con la loro
esperienza, con la loro voglia
di mettere a disposizione di
altri la propria vita. Semplici e
diretti. Si, credo che pian piano,
grazie ai filoni di indagine
delle varie procure italiane,
una percezione di cosa era
San Marino la si cominci a
recepire. Il reale problema
che cozza con ciò è quello di
svilire il tutto o peggio ancora,
di pensare che si trattassero di
fenomeni rari. In realtà sono
figli di una sorta di negazionismo
storico in merito alla
percezione di come nacque il
benessere finanziario di fine
anni novanta e dei primi del
nuovo secolo. Questo fare spallucce sul recente passato è
la reale problematica attuale.
Perché? Perché se non ci fosse,
saremmo capaci realmente di
isolare coloro che hanno foraggiato
quel sistema, sia le menti
sia le braccia armate, togliendo
loro quella quintessenza
divina che sono stati capaci di
costruirsi addosso negli anni.
Il lavoro più duro è proprio
questo…il taglio di quel cordone
ombelicale avvilente”.

La speculazione edilizia a
san Marino è stata spesso
accostata al riciclaggio.
Porre uno “stop al consumo
di territorio”, a livello
legislativo,come avvenuto in
alcuni comuni italiani virtuosi,
può essere un rimedio
per arginare il fenomeno?

“Poche regole e chiare. Tutto
deve partire da una parola
sconosciuta qui: la totale trasparenza.
Che avrebbe inizio
dall’effettiva collaborazione di
tutti gli enti ed uffici statali,
i quali attraverso la semplice
trasposizione dei rispettivi
database consentirebbero
d’essere talmente di fronte
a scenari virtuosi che anche
l’acqua dell’Ausa parrebbe
cristallina. Vi sono esperienze
italiane, mi viene in mente ad
esempio un filmato su alcuni
cantieri a Reggio Emilia, che
confermano ciò. Il riciclaggio
nel mattone è solo uno dei fenomeni
nei quali la malavita è
capace di diversificare i propri interessi. Dimentichiamoci
la classica figura dei picciotti
con lupara e coppola. Si sono
evoluti e di molto per giunta.
Conseguentemente hanno
anche diversificato i loro investimenti.
Lo stop al consumo
del territorio, con la riconversione
dell’esistente utilizzando
metodologie eco sostenibili,
unitamente alla trasparenza di
cui sopra, permetterebbe a San
Marino di risanare gran parte
dell’inutilizzato, consentendo
anche alle ditte che operano
in tali settori di evolversi e
cominciare nuovamente a
lavorare. Pare talmente facile
che invece anche pochi giorni
fa, fu bocciata una Istanza
d’Arengo in merito. A volte le
cose più semplici creano delle
complesse reazioni”.

A maggio 2012 è stata approvata
a san Marino la legislazione
Antimafia equiparabile
a quella italiana. E’ sufficiente
per combattere la mafia?
“E’ un punto di partenza.
La sinergia con l’Italia deve
essere imprescindibile, proprio
perché loro hanno i numeri e
sanno contrastarli. A noi manca
una reale casistica tale da
permetterci di stare tranquilli
da questo punto di vista. Ed
un Tribunale che sia efficiente.
Ma qui si apre un punto personalmente
davvero dolente”.

Un tribunale ancora non
dotato di strumenti per effettuare
intercettazioni, può
riuscire ugualmente a combattere
il fenomeno mafioso?
“No. Quando nel ciclo di
serate Mafiopoly ospitammo
IMD sovraintendente della
Polizia di Stato della sezione
Catturandi della Squadra
Mobile di Palermo, la prima
cosa che spiegò fu appunto
la fondamentale importanza
dello strumento delle intercettazioni
telefoniche. Anni fa
la mafia utilizzava metodi di
comunicazione tra i boss e i
loro sottoposti quali i ‘pizzini’
di carta; ora come detto si
sono evoluti. Rete -anche a tal
proposito- nella scorsa sessione
consiliare ha presentato
una interrogazione in merito,
riallacciandosi a fatti di cronaca
di più di un anno fa, dove
certamente lo strumento delle
intercettazioni sarebbe servito.
Purtroppo viviamo in una realtà
talmente assuefatta che tutto
ci scandalizza, anche quegli
strumenti che potrebbero servire
ad aumentare la sicurezza
sociale. Mi spiego meglio: se
una persona fosse limpida e
corretta e fosse intercettata,
quali tipi di problemi dovrebbe
avere? Nessuno, ed invece si
continua ad indicare la luna
guardando il dito”.

Che ne pensa di una procura
antimafia?

“Sarebbe un punto di arrivo
molto entusiasmante. Ma i
passi vanno fatti un poco alla
volta e non tanto per fare come
gli altri, scimmiottando e
svilendo il tutto. Una Procura
Antimafia Regionale, che
avesse tra le adesioni quella di
San Marino, credo che potrebbe
essere fattibile e facilmente
attuabile”.

Che cosa proporrà in concreto
rete per dare una “ripulita”?
“Rete intanto è dentro al Consiglio
grazie a chi ha creduto
in lei ed è impegnata su più
fronti per portare i propri
principi il più avanti possibile.
E questo non per un successo
meramente personalistico, che
risulterebbe vano, ma perché
vi sia la vittoria dell’intera società.
Siamo nati e ci siamo
costituiti per questo, senza
dover scendere a compromessi
con nessuno, come dimostrato
più volte in queste poche
apparizioni in Consiglio. L’impegno
che ci siamo presi non
è neppure gravoso, visto che
sono battaglie che intraprendiamo
da anni oramai prove nendo dal mondo associativo.
Cambia semplicemente il
luogo dove esse sono svolte
ed ovviamente il contesto. E
non è affatto scontato che ciò
sarebbe potuto accadere, anzi.
Consci di questo, rimaniamo
sempre con i piedi per terra
come dei signor Nessuno, intenti
nel cogliere ogni segnale
e stimolo da parte di quella
cittadinanza che pian piano si
sveglia dal torpore. Noi siamo
lì, siamo la loro voce. Nulla
di più.

Corpi di polizia, giusto
cambiare i vertici? Quali le
criticità?

“I recenti allontanamenti, al
di là delle motivazioni, di due
coordinatori mi hanno lasciato
un poco perplesso. Tutte le vicende
in merito hanno creato
in me l’idea del detto ‘troppi
galli nel pollaio’. Le criticità
dei corpi di Polizia credo siano
ben visibili a tutti. I malumori
si sentono nell’aria e credo che
siano del tutto normali in periodi
come questi, di passaggio
da un qualcosa ad un altro.
Non entro nel merito perché
il discorso sarebbe lungo e
complesso, ma le cose semplici
sono di gran lunga quelle da
perseguire. Si sente parlare di
riordino degli interi Corpi di
Polizia Sammarinesi da tempo
oramai. Ho il terrore che esso
possa essere svolto un po’
come dire, alla sammarinese,
dando un colpo al cerchio ed
uno alla botte; chi ci rimetterebbe
sarebbero solo (si fa per
dire) gli agenti ed ovviamente
l’intera cittadinanza”.

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