Mauro Chiaruzzi risponde a Ernesto Benedettini sull’aborto

Mauro Chiaruzzi risponde a Ernesto Benedettini sull’aborto

Risposta di Mauro Chiaruzzi, Segretario di Stato alla Sanità a Ernesto Benedettini

Caro Ernesto,
ritengo doverose alcune precisazioni di forma e contenuto in merito alle tue affermazioni dubbiose sulla mia persona apparse sui media sammarinesi sabato scorso e riguardanti l’aborto. Affermo e ribadisco di essere aperto al dialogo su questa problematica di cui a San Marino non si è mai parlato, forse perché quando si affrontano certi argomenti tabù è più facile chiudere i cassetti delle coscienze piuttosto che affrontarli in modo serio e confrontandosi al di là degli steccati politico ideologici. Ma al di là della mia opinione personale sulle necessità di dialogo che ho notato non sempre sono condivise perché è meglio non trattare argomenti scottanti, credo e sono certo sia ora invece di parlarne così come sta avvenendo in tanti paesi civili della nuova Europa, Italia compresa, nella assoluta certezza che tutti si sia a favore della vita, questa attuale maggioranza compresa. Questo impone un dibattito rigoroso, aperto alla società civile e che possa fornire indirizzi atti a ristabilire e riequilibrare i valori di cui tanto si parla ma di cui spesso se ne fà un uso strumentale a seconda delle posizioni politiche. Un dibattito aperto in cui non si potrà non parlare anche di tutti quei problemi legati alla famiglia, alle nuove famiglie, al welfare, al lavoro femminile, alla creazione anche sul nostro territorio di un Consultorio, agli asili nido, alla possibilità di alleggerire le imprese dai contributi per le maternità, alla possibilità di garantire alle famiglie congedi per malattie dei figli, alla possibilità di portare avanti la maternità per quelle situazioni limite in cui altre famiglie potrebbero farsi carico del nascituro assicurando così sostegno e evitando il ricorso all’aborto. Dobbiamo far capire l’importanza dell’embrione anche con l’ausilio di psicologi esperti in materia senza ricorrere ad alcun aborto, come viene oggi invece considerato l’aborto al pari di qualsiasi metodo contraccettivo. Lo Stato in questo caso garantirebbe alle donne che ne hanno necessità un sostegno concreto in un momento molto difficile in alcuni casi, da cui vien voglia di fuggire verso una scelta che sembra obbligata. in alcuni casi la responsabilità della società è davvero notevole quando appunto non si vogliono affrontare i problemi e si preferisce adottare atteggiamenti di chiusura e drastici giudizi. In qualità di Segretario alle pari Opportunità non farei certo il mio dovere se mi esimessi dal prendere in esame coscienziosamente questi argomenti ancora considerati off limits e lasciassi, anche da cittadino, senza risposte concrete anche una sola domanda o un richiesta di aiuto. Lasciare la situazione così come è oggi, dove spesso sono solo le donne agiate e non a conoscenza dei conseguenti aspetti etici a trovare ascolto e protezione, ritengo sia una forma di ipocrisia che non possiamo più permetterci se vogliamo definirci una società democratica e in grado di affrontare anche le situazioni più spinose. Agire e rispondere per preconcetti o pregiudizi non porta che a un oblio della coscienza da cui sinceramente, da uomo di Governo e da cittadino, mi sento lontano anni luce. L’indirizzo che viene dal Consiglio d’Europa di cui San Marino fà parte, è un punto di partenza su cui cominciare a discutere seriamente e perché no anche un pungolo per affrontare tematiche legate alla vita come la procreazioni assistita e le tante possibilità che la medicina offre a chi voglia mettere al mondo dei figli. Continuare a tenere tutto nascosto nei cassetti della nostra coscienza non solo è un errore imperdonabile ma và contro il buonsenso e alle effettive necessità di una società che è cambiata e che deve oltre a richiedere doveri anche garantire diritti a chi ne ha più bisogno, senza veti ideologici o richiami di partito.

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