Mettere al sicuro i pensionati in difficoltà economica

Mettere al sicuro i pensionati in difficoltà economica

L’epidemia ha sollevato un dibattito nutrito, anche su Facebook, sul problema degli anziani, per la condizione generale, per la loro ovvia fragilità, per episodi di maggiore trascuratezza in confronto agli altri cittadini, per le ritenute di solidarietà sulla pensione.

Lamentarsi e scandalizzarsi sempre nei confronti dello Stato non è giusto e serve a poco. Dobbiamo fare qualcosa di efficace e semplice da soli.  Quindi ho preso l’iniziativa di fare una proposta per dare garanzie ai pensionati nei casi di bisogno, assumendosi delle responsabilità, promuovendo la solidarietà per non chiedere sempre tutto e solo allo Stato. La proposta l’ho fatta agli attori principali per questo problema: sindacati confederali e pensionati e Segretario di Stato Sanità. Eccola:

 

Alle Confederazioni Sindacali

Alle Federazioni Sindacali Pensionati

Loro Sedi

Al Segretario di Stato

Per la SICUREZZA SOCIALE e SANITA’

San Marino 

 

Pensionati

Creare le protezioni per i momenti di maggiore necessità

Non ho niente da obiettare sulla ritenuta decisa. Era inevitabile e non sarà certamente il sacrificio più grande che dovremo fare tutti quanti. Se il sindacato sostiene che c’erano altri redditi da tassare credo che bisogna ascoltarlo per quel principio di equità per il quale sono state fatte lotte epiche.

Per quanto riguarda i pensionati e gli anziani, come dicevo in un post di qualche giorno fa su FB (ho trovato molto interesse sul tema e ha fatto seguito un nutrito dibattito), bisogna fare una riconsiderazione complessiva e organica di tutta la politica sociale per gli anziani perché siamo in una situazione radicalmente cambiata in pochi decenni.  

I pensionati sammarinesi, con poche eccezioni da valutare, non stanno economicamente male. Sono forse i cittadini con il reddito più sicuro (salvo che, evidentemente, non ci sia un tracollo imprevedibile), tranne nell’occasione di ricovero in casa di riposo o di assistenza a domicilio. In questi casi molti pensionati e molte famiglie si possono trovare in difficoltà.

Per questo mi permetto (da semplice cittadino e senza paura di sembrare invadente) di fare una proposta semplice, veloce e ed efficace per creare le protezioni per questi momenti di maggiore necessità, una proposta che avevo già avanzato alla Federazione Pensionati: se il problema è quello delle situazioni di emergenza dell’assistenza personale e della casa di riposo, 10.000 pensionati possono dare vita all’istituzione di un fondo mirato di solidarietà con il solo contributo dell’1% su tutte le pensione (forse anche di meno), un fondo autonomo, pubblico o collegato al fondo servizi sociali, per concorrere alle spese di emergenza di cui sopra. Senza chiedere niente allo Stato che ha ben altri problemi, se non le norme istitutive obbligatorie: tutti i pensionati anche quelli che prendono i minimi perché di fronte alla garanzia di aiuto nel caso di bisogno saranno proprio questi e fruirne maggiormente.

Non so se i sindacati l’hanno già proposto ma il momento è adesso per farlo.

Lo propongo a voi, prima di rivolgermi direttamente all’opinione pubblica, perché vi ritengo i principali responsabili per un progetto di questo tipo.

A disposizione per ogni eventuale chiarimento necessario o gradito, porgo distinti saluti

Il fondo potrebbe fruire anche di altre risorse reperibili nei margini di spreco e situazioni di privilegio.

Ho avuto qualche reazione entusiasta a titolo personale, ma bisogna essere più tempestivi e non tergiversare. Allo Stato si chiede solo di fare le norme e dare garanzie, poi i pensionati si sapranno gestire da soli.

 

Giovanni Giardi

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