Relazione introduttiva del Segretario di Stato Stefano Macina
Eccellenze,
Consiglieri
L’impegno riformatore dei partiti che compongono la maggioranza di Governo, è una sfida impegnativa e, per risultare vincente, ha necessità di solide basi di appoggio oltre che di strumenti in grado di far funzionare il “Sistema Paese”.
Il Fisco è uno di questi: se non addirittura il fondamentale.
Un rinnovato, moderno, equilibrato ed equo Sistema Fiscale, oltre che costituire il volano dell’economia, è un mezzo capace di rendere più chiaramente l’idea sullo stretto rapporto che esiste tra prelievo fiscale ed i servizi di cui tutti i cittadini usufruiscono.
E’ necessario tenere sempre in considerazione che senza imposte non potrebbero essere finanziate la sanità e la sicurezza sociale, la scuola, la giustizia e la sicurezza del Paese, le infrastrutture pubbliche.
Infatti, i diritti, tutti i diritti, esistono effettivamente non solo se l’ordinamento giuridico li riconosce e li tutela, ma anche se i cittadini sono disposti a devolvere ad essi le risorse adeguate al loro esercizio e fruizione.
Le imposte, dunque, non sono mai buone o cattive in sé, ma solo e in quanto divengono lo strumento che permette di far funzionare le istituzioni e garantire ai cittadini i servizi e le prestazioni che rafforzano la coesione sociale, lo sviluppo, il godimento dei diritti fondamentali anche da parte delle persone con più disagi e difficoltà.
Sono queste le basi su cui poggiano le direttrici del nostro concetto di equità e giustizia fiscale unitamente alla volontà di concretizzazione del Programma di Governo che impegna la maggioranza a “realizzare le riforme necessarie ed aprire nuove prospettive di sviluppo”.
Un efficace e profondo riassetto del sistema tributario impone una visione dei problemi, che superi la sporadicità e frammentarietà degli interventi attuati con le leggi di bilancio – come avvenuto molto spesso in passato – e dia, al Consiglio Grande e Generale ed al Paese, la possibilità di una valutazione complessiva per misurarne tutti gli effetti.
Il processo di Riforma Tributaria ha preso avvio e sviluppo da queste indicazioni e i diversi momenti di intervento, compresa l’attuazione modulare del nuovo sistema fiscale, sono sempre tenuti assieme dall’unitarietà dell’obiettivo.
La Relazione Politica Programmatica al Bilancio 2007 indica che la Riforma Fiscale è un supporto essenziale alla volontà riformatrice del Governo e delle forze che lo sostengono; si sofferma ampiamente sui provvedimenti necessari per superare le criticità attuali; delinea la metodologia d’azione che, basata su “moduli d’intervento”, completa il processo di riforma nel 2007.
Il Consiglio Grande e Generale con l’approvazione della Legge 18 dicembre 2006 nr.135, in particolare con l’art.51 che prende atto degli impegni programmatici contenuti nella relazione, ha confermato tale impostazione.
Le linee politiche per raggiungere questo importante obiettivo si sono sostanziate in un progetto d’intervento che, modulato in tre momenti, è da attuarsi nel corrente anno; mentre le differenti scansioni di attuazione non tolgono nulla all’unitarietà degli obiettivi.
Il primo modulo, concretizzato nel progetto in discussione, tratta, infatti:
– dei soggetti passivi d’imposta, del periodo d’imposta, dell’applicazione dell’imposta ai non residenti, della residenza fiscale, dei redditi da capitale, d’impresa e da lavoro autonomo, della riscossione dell’imposta e la ridefinizione della stessa anche in relazione alla tendenza europea di collocarla ai più bassi livelli possibili;
– ha un nuovo regime d’imputazione dei ricavi e deduzione dei costi relativi ai fabbricati destinati ad attività economiche;
– detta nuove regole sulla deducibilità dei compensi agli amministratori, ridefinisce il principio d’inerenza, di competenza economica, disciplina la deducibilità dei costi provenienti da Paesi con bassa fiscalità;
– la semplificazione dei documenti inerenti alla dichiarazione dei redditi eliminando il più possibile gli allegati.
Il secondo modulo d’intervento, il cui progetto preannuncio prossimo alla conclusione, prevede:
– la semplificazione degli adempimenti fiscali a carico del contribuente; la pianificazione fiscale; lo statuto del contribuente; le risorse (tecnologiche ed umane) in grado di permettere il processo di riforma con efficacia ed efficienza; gli adeguati e concreti poteri d’indirizzo e controllo dell’amministrazione finanziaria, caratterizzati dall’equità e dalla correttezza fiscale; l’adozione degli strumenti operativi connotati dalla trasparenza, semplicità e innovazione, la revisione delle aliquote e il riallineamento della pressione fiscale per le persone fisiche con particolare riguardo alle famiglie (quoziente famigliare, aliquote). L’intento non è tanto quello di un aumento della pressione fiscale quanto l’apporto di alcuni aggiustamenti che tengono conto delle situazioni famigliari e della conseguente correzione di alcune aliquote.
Infine è previsto il completamento della riforma, con il suo perfezionamento teso ad un semplice, certo ed efficace sistema di giustizia tributaria, unitamente agli ulteriori, minori, provvedimenti che permettano di giungere alla redazione di un Testo Unico di tutte norme in tale materia.
Prima di passare all’evidenziazione delle principali proposte del Progetto di Legge ritengo opportuno avvertire che, per facilità di lettura, si è ritenuto opportuno sostituire l’intero articolo, nella generalità dei casi in cui si è proceduto alla modifica di singoli commi d’articoli della Legge del 1984.
Il Progetto è informato, inoltre, ai principi di chiarezza, semplicità, conoscibilità, irretroattività; è ispirato ai principi fondamentali dell’ordinamento europeo e non pregiudica l’applicazione delle convenzioni internazionali.