Nq Rimini – San Marino: Tutto partì da una fonte confidenziale che in punto di morte disse: “E’ tutta una bufala” / Tra spie e false accuse / Processo Scaramella, ricostruite le indagini sul traffico di uranio tra Rimini e San Marino
[…]
ieri in Aula, ascoltando la testimonianza
dell’ispettore della polizia
di Rimini, Daniele Laghi, un
passo in avanti si è fatto. Laghi ha
infatti raccontato di un’audizione
di Giovanni Guidi, all’epoca
in cui la squadra mobile indagava
sul presunto traffico di uranio.
Guidi, ritenuto persona informata
per alcune frequentazioni
negli ambienti ucraini e perché
parlava il russo, si era messo in
contatto con la squadra mobile
verso la metà del 2005 e come
fonte confidenziale aveva detto
di essere stato avvicinato da un
ucraino il quale gli aveva proposto
la vendita di una valigetta di
uranio. Ne seguirono degli accertamenti
con strumenti tecnologici
per la rilevazione di presenza
radioattiva anche in via
Tripoli dove secondo le indiscrezioni
aveva alloggiato una spia
transfuga. Dalle indagini della
squadra mobile però non emerse
nulla. Laghi ha raccontato di aver
assistito alla deposizione di Guidi
ma di essere uscito spesso dalla
stanza. Ed proprio in questura a
Rimini che Scaramella avrebbe
rivolto alcune domande a Guidi
con l’intento –secondo l’accusa –
di far fare il nome di Selva.
Infine,
come emerso ieri in udienza, fu
proprio Guidi che in punto di
morte e con un filo di voce confessò:
“Ho sempre pensato fosse
tutta una bufala”. Ma nonostante
ciò dovere istituzionale della polizia
era quello di fare accertamenti.
L’udienza è stata quindi
aggiornata al 21 maggio quando
in un’unica udienza saranno
ascoltati tutti i testimoni. Tra
quelli convocati Achille Zechini,
in qualità di comandante della
gendarmeria, Sabato Riccio per
la mobile di Rimini, Gabriele
Gatti, Claudio Podeschi. Inoltre
saranno acquisiti agli atti le registrazioni
delle sedute del Consiglio
grande e generale e della
commissione sul caso Scaramella.
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