Dopo le elezioni del 9 giugno tutte, o quasi, le alleanze tra le diverse liste saranno possibili.
È il risultato di quanto dichiarato dalle forze politiche a proposito degli apparentamenti post voto. Si tratta di una dichiarazione introdotta dalla legge elettorale del 2019. Ciascuna lista o coalizione, dice la legge, è tenuta a presentare entro 96 ore dal termine della presentazione della lista apposito modulo in cui dichiarare “se intendono o meno affrontare la fase di negoziazione per formare la maggioranza con l’indicazione delle liste o coalizioni di liste depositate”.
A quanto si apprende tutte le liste hanno indicato tutte le altre, ad eccezione di Rete e Demos che hanno escluso la coalizione “Democrazia e Libertà” composta da Pdcs e Alleanza Riformista.
Secondo le indiscrezioni il Pdcs avrebbe proposto alla coalizione Libera-Ps-Psd di indicarsi a vicenda nella dichiarazione, escludendo tutte le altre liste. Un modo per sancire di fatto il matrimonio dopo il voto e scongiurare di finire in minoranza così come avvenuto con l’elezione dell’ultima Reggenza.
Libera-Ps-Psd ha respinto la richiesta lasciandosi aperte tutte le strade. D’altra parte, seppure l’accordo post voto tra le due coalizioni appaia oggi lo scenario più probabile, diversi esponenti della coalizione di sinistra sognano un governo di centrosinistra alternativo alla Dc. E la richiesta di “esclusiva” da parte di Venturini e soci è stata letta come segnale di debolezza nei loro confronti.
Tant’è che la coalizione di Matteo Ciacci e Federico Pedini Amati ha già calendarizzato una serie di confronti con tutte le forze politiche per cercare quelle che definiscono “convergenze programmatiche”.
La partita per il prossimo governo è iniziata.
Davide Giardi
