Nessuno ce la può fare da solo

Nessuno ce la può fare da solo

SAN MARINO 29 MARZO 2010 – “Il Paese ha bisogno di un’alleanza per lo sviluppo, perché nessuno ce la può fare da solo”. La segreteria della Confederazione Democratica, riunita nella mattinata di oggi, ha tenuto il punto sulla “profonda crisi” che sta segnando l’economia sammarinese.

Crisi certificata dai numeri dell’ultimo dossier occupazionale dell’Ufficio Studi CDLS: nel 2009 il tasso di disoccupazione ha toccato il 5,6%, ossia valore più alto degli ultimi trent’anni; la cassa integrazione ha raggiunto il milione di ore, mentre sono in diminuzione in quasi tutti i settori il numero delle imprese.

“Siamo di fronte – afferma la segreteria CDLS – ad uno spaccato economico e sociale assolutamente inedito per la storia recente della nostra Repubblica. A cui si aggiunge l’impasse dei rapporti bilaterali italo-sammarinesi, con evidenti contraccolpi d’immagine e di normale funzionalità del sistema imprenditoriale”.

Ma per la CDLS non è tutto: “La cronica instabilità politica che ha segnato l’ultimo decennio sembra non avere fine. La stagione delle contrapposizioni, dei litigi e dell’inevitabile paralisi politico-istituzionale rischia di ancora di occupare l’agenda di questo Paese”.

“Eppure non ce lo possiamo permettere”, avverte la Confederazione Democratica. “E’ impellente un esercizio di responsabilità da parte di tutti i protagonisti della vita politica, sociale ed economica, perché San Marino ha bisogno di uno sforzo straordinario per arginare gli effetti pesanti, e di lunga durata, della recessione internazionale. E’ urgente ritrovare le ragioni di un’alleanza per lo sviluppo, ritrovare la strada della concertazione per affrontare concretamente la lista di problemi aperti, che vanno dall’emergenza occupazionale al rilancio degli investimenti produttivi, dalla riforma previdenziale e fiscale a quella della pubblica amministrazione”.

“Nessuno ce la può fare da solo”, conclude la segreteria CDLS. “L’unica soluzione possibile per superare le difficoltà che abbiamo di fronte è riaprire quel confronto comune che si è smarrito dopo l’accordo tripartito di luglio, partendo dai problemi concreti che quotidianamente interessano migliaia di lavoratori, pensionati e quel tessuto di imprese che hanno garantito occupazione e sviluppo economico.”

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