Nessuno Tocchi Caino! Ma chi pensa ad Abele?

<b>Nessuno Tocchi Caino!  Ma chi pensa ad Abele?</b>

Il 18 dicembre 2007 il mondo disse no alla pena di morte: l’inizio della fine dello ‘Stato che uccide’ scattò alle 11:45 ora di New York, sui tabelloni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Un evento, si disse, che passerà agli annali: ‘Un voto di significato storico’, disse D’Alema che, in una conferenza stampa presso la missione italiana all’Onu, indossò il nastrino di ‘Nessuno Tocchi Caino’

Ma noi vogliamo interessarci anche di Abele.

Del ‘povero’ Andrea Severi dato alle fiamme se ne sono interessati in molti, specie quei politici che hanno avvertito un ‘dramma umano’, che mina la reputazione di Rimini nel mondo .

Il Vescovo, invece, nella veglia di preghiera di ieri sera, ci ha condotto ad un serio ripensamento, e ci ha proposto un tempo di digiuno.

Abbiamo inviato una lettera aperta al Sindaco di Rimini perché mediti davvero su ciò che succede in questa città.

Abbiamo appreso della delibera di Giunta n. 371 del 11/11/2008 con cui si è deciso di aderire alla ‘Giornata mondiale delle città per la vita – Città contro la pena di morte’.

Ma perché, ci chiediamo, si trascura di intervenire sul recente ripristino della ‘pena di morte’ appena decretata per Eluana, come atto ‘pietoso’, che libera un essere umano dal peso di una vita considerata insignificante?

E’ dai tempi dei ‘tribunali del popolo’ post bellici che, in Italia, non viene chiesta e comminata una pena capitale.

Se la dignità della vita umana viene misurata in termini di funzionalità, di capacità produttiva, di autonomia, di omologazione a standards culturali, che la società propone come desiderabili, sia chiaro, siamo ben oltre la questione educativa.

Ormai non ha più dignità il barbone che dorme sulla panchina, né il malato terminale o l’handicappato.

La Santa Sede parlando di accanimento terapeutico, a cui è legittimo rinunciare in determinate circostanze, ha dichiarato che la privazione dell’acqua e del cibo costituiscono un ‘abominevole assassinio’.

Occorre che sgombriamo il velo di ipocrisia che ci circonda, ma questo è possibile solo digiunando anche noi, sperimentando sulla nostra carne l’ulteriore sofferenza cui Eluana sarà sottoposta, per raccontarla a chi l’ha condannata.

Da poveri vigliacchi, intanto, vorremmo che Lei ci informasse bene di quando inizierà questo digiuno forzato, di quali sono le conseguenze che, anche a noi, potrebbero derivare da un simile trattamento, per accompagnare Eluana in questo cammino di morte, decretato, nei confronti di ‘Abele’ , da una società che ripropone soluzioni finali degne dei ‘migliori’ campi di concentramento nazisti.

Consigliere Comunale Eraldo Giudici

POPOLARI LIBERALI -PDL

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