Nessuno vuole (o può più) prendere in giro nessuno. UpR ad Ap

Nessuno vuole (o può più) prendere in giro nessuno. UpR ad Ap

“Nessuno vuole (o può più) prendere in giro nessuno”.
Il comunicato stampa emesso ieri da Alleanza Popolare merita attenzione, per i temi affrontati e la loro cronologia, ma anche qualche doverosa osservazione per i toni utilizzati. Non vogliamo essere tacciati di ipocrisia, né tantomeno assumere un ruolo di difensori del neonato movimento che raccoglie numerosi imprenditori sammarinesi (MICS). Come non è nostra intenzione strumentalizzare un’iniziativa spontanea, meritoria che ha alla base un fondamento sostanziale: la difesa della sovranità della Repubblica. La strada verso la normalizzazione dei rapporti tra Italia e San Marino è obbligata ed irrinunciabile. Non lo diciamo solo noi ma l’intera cittadinanza sammarinese. Il solo risentirsi, il fatto di vivere le critiche come “parte lesa” -per chi esercita un ruolo politico – è però sbagliato. Le critiche sono il pane quotidiano della politica. Se poi queste critiche vengono svolte da chi – ogni giorno – lotta per mantenere in piedi la propria azienda in territorio crediamo debbano essere considerate come uno stimolo e non come una pagella. Sappiamo anche noi che il contesto globale in cui è maturata la grave crisi economico-finanziaria che da oltre due anni investe la Repubblica di San Marino ha imposto – per quest’ultima – un’esigenza di adattamento radicale del proprio modello economico, affinché si possano trovare nuovi spazi per garantire prosperità e sviluppo sostenibile alle sue generazioni future. Alla Repubblica è stato imposto d’intraprendere un imponente sforzo volto ad adeguare il funzionamento delle proprie istituzioni agli standard internazionali. Tuttavia, questo processo di adeguamento di per sé non basterà ad assicurare all’economia sammarinese il riavvio di quella rapida crescita che ne ha caratterizzato il recente passato. Anzi, quanto più l’adeguamento agli standard sarà compiuto, tanto più risulteranno azzerati molti dei vantaggi comparati che il modello economico tradizionale della Repubblica ha reso possibile e che sono stati all’origine della crescita passata. Si può poi convenire che parte di tale crescita, peraltro, è anche derivata da attività opache e non etiche; attività che hanno, sì, portato “denaro facile” al Paese, ma che, oltre a comprometterne l’immagine nella comunità internazionale, hanno anche mortificato la capacità creativa della società, rendendola impreparata al mondo di oggi. Ma il punto su cui tutti – in questo caso ci riferiamo direttamente ad AP – sono chiamati a dare risposte è questo: una volta compiuto l’adeguamento agli standard, l’eventuale mancata adozione di un nuovo modello di sviluppo rischierà di generare regresso economico e impoverimento sociale. Piuttosto che perdersi in inutili e sterili dietrologie chi ha l’onore di governare deve sapere rispondere ad una sola domanda (che è poi la stessa che il MICS e i cittadini si pongono): come può San Marino creare fonti di ricchezza sane e sostenibili, e acquisire competitività internazionale? Per noi la società sammarinese deve accettare una sfida storica: la più antica Repubblica del mondo dovrà saper rigenerare se stessa in questo primo scorcio di nuovo millennio, attraverso uno sforzo collettivo e unitario, e cogliere l’occasione posta dall’attuale difficile crisi per andare oltre gli standard che le sono stati imposti e dimostrare un’autonoma volontà di acquisire capacità imprenditoriali d’eccellenza. Su tale programma deve però coagularsi un impegno unitario, formale e sostanziale, da parte di tutte le forze politiche sammarinesi che intendono cooperare non soltanto per superare l’attuale fase di crisi, ma anche nell’intento di fondare un nuovo modello di sviluppo economico del Paese. Il percorso garante delle riforme si giustificherà solo e soltanto se sostenuto da un consenso politico ampio e bipartisan.  Un programma di riforme che dovrà essere comunicato e reso ben visibile agli interlocutori internazionali, tra cui, in primo luogo, il Governo italiano e la Banca d’Italia, ma anche alle istituzioni sovranazionali che seguono più da vicino le vicende sammarinesi (FMI e Commissione Europea). Questa è la sola ed unica risposta per superare lo stallo. Le altre cose (le puntualizzazioni e le recriminazioni) non servono a nulla. Perché oggi nessuno può più prendere in giro nessuno.
Unione Per la Repubblica (UPR)                                                               San Marino, 5 aprile 2011

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