NO allo scambio automatico di informazioni

NO allo scambio automatico di informazioni

La crisi economica mondiale che attanaglia anche il nostro Paese con in più l’aggravio, nel nostro caso, dei difficili rapporti con il nostro soverchiante vicino cioè l’Italia, spinge in molti a formulare proposte per uscire dalle difficoltà.
Una di queste, propugnata dai Sindacati e dall’Associazione degli Industriali, è quella di accettare lo scambio automatico di informazioni proposta dal superministro dell’economia Giulio Tremonti e di aderire all’Unione Europea.

Francamente questa proposta ci lascia perplessi e desta numerosi quesiti: siamo pronti come San Marino a questa apertura totale al mondo della globalizzazione? E’ un’opportunità o rischiamo di venire travolti? Abbiamo i contratti di lavoro giusti per questa globalizzazione? Abbiamo la flessibilità giusta? Abbiamo gli strumenti e le infrastrutture giuste per governarla? In sostanza siamo attrezzati adeguatamente?

La mancata firma del contratto industria proprio sul problema della flessibilità ci dice che ancora qualche problema esiste. Per non parlare del contratto del commercio dove la domenica è considerata ancora come giorno festivo mentre invece risulta il giorno di maggior business per gli operatori. Aprirsi alla globalizzazione significa anche liberalizzare il mercato del lavoro. Così potremmo trovare sul mercato del lavoro mondiale, ingegneri a 2000 euro al mese, operai specializzati a 1500 euro al mese, operai semplici a 1000 euro al mese o anche meno.

E’ questo che vogliamo? E’ un prezzo giusto quello che dobbiamo pagare alla globalizzazione o è un prezzo troppo alto? Siamo sicuri che nostri lavoratori e laureati siano preparati adeguatamente a sostenere la concorrenza di un mercato del lavoro ormai aperto e globalizzato o hanno bisogno ancora di una rete di protezione dall’esterno?

Certo il problema più grosso adesso per San Marino è quello di normalizzare i rapporti con l’Italia. In attesa di un’auspicabile maggior tasso di internazionalizzazione della nostra economia per il momento il nostro interscambio commerciale avviene al 95% con l’Italia. Ma normalizzare i rapporti con l’Italia non può avvenire a qualsiasi prezzo.

Il fatto che il ministero dell’economia italiano non risponda alle sollecitazioni ed alle profferte sammarinesi non deve indurci a farci perdere la testa ed accettare tutto quello che ci chiedono perfino lo scambio automatico di informazioni. In gioco c’è la nostra sovranità. Se non vogliamo diventare come Verucchio ovvero una sorta di Protettorato italiano dobbiamo dire NO allo scambio automatico delle informazioni.

Leonardo Raschi
Arengo e Libertà

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