Noi Sammarinesi. Europa: adesione troppo difficile, meglio valutare altre strade

Noi Sammarinesi. Europa: adesione troppo difficile, meglio valutare altre strade

8 ottobre 2013

Europa: adesione troppo difficile, meglio valutare altre strade 

Grande successo di pubblico per la serata pubblica organizzata da Noi Sammarinesi

  Una Sala Montelupo quasi piena ha confermato la grande importanza e il grande interesse che il tema dell’integrazione europea riveste per i cittadini sammarinesi, che tra pochi giorni saranno chiamati ad esprimersi in materia tramite un referendum.

Noi, Voi e quale Europa? era il titolo della serata pubblica, organizzata dal Movimento Noi Sammarinesi, che si è tenuta ieri sera con la partecipazione di tre relatori d’eccezione (che hanno partecipato alla serata a titolo gratuito): Dott. Alberto Bolognini – Advisor adesione della Romania all’UE, Prof. Marco Bonora – professore Università di Bologna ed esperto di commercio internazionale, Prof. Giuseppe Torluccio – professore Università di Bologna ed esperto di intermediari finanziari.

Numerosi gli argomenti trattati nel corso della serata dai tre relatori, sollecitati anche da domande e interventi del pubblico. Uno di questi è la possibilità per la Repubblica di San Marino di partecipare a programmi e finanziamenti dell’Unione Europea, come il programma Erasmus per gli studenti universitari. “Per partecipare ai programmi dell’Unione Europea – ha chiarito Bolognini – è sufficiente stringere accordi ad hoc con l’UE e pagare la propria parte, proprio come se si facesse parte dell’Unione”. Per quanto riguarda i finanziamenti poi, ha aggiunto l’esperto, “San Marino, nonostante la crisi, come PIL pro capite rimane tra i più alti d’Europa e, se aderisce all’Ue, sarà sempre un contribuente netto. Ossia le imposte che dovrà pagare saranno sempre più alte dei finanziamenti che potrà ottenere”. 

La discussione si è concentrata poi sulle difficoltà tecniche che riscontrerebbe San Marino per un’eventuale adesione all’Ue: “La macchina burocratica dell’Unione è talmente complessa – ha spiegato Bolognini – che è impensabile per San Marino avere un apparato burocratico e governativo che tenga il passo di Bruxelles”. Bolognini ha proposto l’esempio di Malta che, non potendo far fronte a questo problema, in fase di negoziato ha dovuto approvare una norma, fortemente limitativa della propria sovranità, che prevede che tutta la legislazione europea venga automaticamente recepita a Malta senza passare per l’approvazione del parlamento. C’è poi la questione dei parlamentari: se con 300mila abitanti la piccola isola del Mediterraneo conta su 5 persone a Bruxelles, San Marino potrebbe forse averne una, che non riuscirebbe nemmeno a seguire tutti i lavori dell’aula e le commissioni del Parlamento Europeo. “Per non parlare, ad esempio, dell’aquis statistico – ha continuato Bolognini -: sarebbe impossibile per il Titano armonizzarsi con i parametri dell’Eurostat perchè i numeri di una Repubblica di circa 30mila abitanti sono troppo piccoli”. Insomma, l’esperto ha evidenziato una serie di “problemi di ingegneria costituzionale che renderebbero tecnicamente molto difficile l’adesione di San Marino all’Unione Europea”, proprio come scritto dalla Commissione Europea nel documento conclusivo del tavolo di confronto con i piccoli stati. Proprio per questo, hanno spiegato i tre relatori, non è detto che il Consiglio europeo accetti l’eventuale domanda di adesione di San Marino: potrebbe anche decidere di respingerla e non far partire le trattative.

Altro argomento trattato è la forma del referendum propositivo per far partire la richiesta d’adesione: “La prassi di solito – ha aggiunto Bolognini – è che la domanda d’adesione sia un’iniziativa del governo il quale poi, terminati i negoziati, si rivolge al popolo sovrano tramite un referendum per formalizzare l’adesione. San Marino invece, attraverso un referendum, crea una legge che impone la domanda di adesione e imbriglia i prossimi governi a mantenere aperto il negoziato, a meno di non proporre un nuovo referendum. Così come sta accadendo in Islanda, che chiamerà la popolazione a esprimersi e a decidere se mantenere aperte le trattative con l’Ue oppure interromperle. Motivo, questo, di non poco imbarazzo per Bruxelles. Non è il caso quindi – ha concluso Bolognini – di affidare a un referendum le questioni tecniche legate all’avvio dei negoziati con l’Unione”.

A chiusura della serata il professor Bonora: “San Marino è in Europa e deve tenerne conto, ma non c’è solo l’Europa. Il Titano deve allacciare relazioni e rendersi funzionale ai paesi che stanno prendendo il volo, come la Cina, il Brasile e l’Uruguay”.

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