La storia di San Marino partendo dal Placito Feretrano sino alle vicende più recenti al centro di un’opera che vuole ripercorrere la grandezza di un territorio che ha saputo mantenersi libero con orgoglio e lungimiranza. Il giornalista Simone Sperduto intevistato da Chiara Macina, blogger di Zoomma.news.
Cosa ti ha colpito di più di questa Terra dove “ogni sasso ha una storia bellissima da raccontare?
Non c’è un aspetto che ha inciso più degli altri e penso che l’unicità di San Marino sia questa. Quando decidi di andare al mare, per fare un esempio, ti rechi in una località marittima con un preciso scopo, perché evidentemente di quella località ti ha colpito il mare. Io a San Marino ci sono stato praticamente in tutte le stagioni possibili, anche con la neve, e ho assistito a tutte le cerimonie ufficiali. Svegliarsi con la nebbia che cela l’azzurra visione del Monte Titano oppure poter ammirare i tramonti bellissimi dal Pianello sono due effetti straordinari che soltanto un puro dono della natura può offrire. Ho scritto nel libro che “la catena appenninica al tramonto di tinge di amaranto”, posso dire di aver visto questa meraviglia e spero di averla descritta nel modo migliore nel romanzo.
A quale aspetto hai dato maggior rilevanza?
Ho dato molto peso all’aspetto autobiografico e a quello che penso della società contemporanea, ormai persa nei meandri dell’individualismo e priva di valori. Non che anche San Marino non stia vivendo un momento di crisi, ma continuo a vedere in San Marino un baluardo di difesa di quell’idea profonda di comunità e di sano attaccamento alle tradizioni che altrove non hanno invece più alcuna roccaforte. Quando dico ai miei amici di San Marino “tenetevela stretta questa Repubblica”, intendo dire che 1716 anni di indipendenza e sovranità non si festeggiano per caso e di questo i Sammarinesi devono andare sempre fieri. Veder sventolare quella bandiera bianco azzurra, con la scritta “libertas”, credo sia un vanto unico.
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