Rimini. Il gruppo Teddy accelera con 114 nuove aperture

Rimini. Il gruppo Teddy accelera con 114 nuove aperture

Giulia Crivelli di IlSole24Ore: Impresa e territori / Il gruppo Teddy accelera con 114 nuove aperture / Aumenta l’export e la presenza in Francia, Asia e nell’Est Europa

«So che ad alcuni nostri competitor la definizione fast fashion non finisce di piacere. A noi va benissimo, siamo veloci in tutto: dalla creazione delle collezioni all’apertura dei negozi, dall’inventarci nuovi servizi online e offline alla diffusione di una cultura aziendale in cui tutti possano identificarsi».

Pier Luigi Marinelli introduce così la strategia del gruppo Teddy, di cui è direttore sviluppo, e spiega che entro l’anno le nuove aperture delle tre insegne Calliope, Rinascimento e Terranova saranno 114, oltre il 10% in più rispetto a quelle programmate all’inizio del 2016, portando il totale a 674. «Abbiamo sempre cercato di avere una visione di medio-lungo termine, non apriamo negozi per il gusto di farlo né per strappare gli spazi alla concorrenza, che è sempre più agguerrita – sottolinea Marinelli –. Anzi, siamo contenti che ci siano nuovi ingressi sul mercato italiano, come Primark e in futuro forse Uniqlo. È l’andamento delle vendite che ci incoraggia ad accelerare sullo sviluppo retail».(…)

Il gruppo Teddy è stato fondato da Vittorio Tadei negli anni 60 a Rimini, nel cuore del distretto del “pronto moda” italiano (in fondo antesignano del fast fashion). Oggi è guidato dal presidente e amministratore delegato Alessandro Bracci, che, spiega il direttore sviluppo, prosegue nell’impostazione di gestione voluta dal fondatore. «Siamo cresciuti molto in fretta negli ultimi anni e il fattore prezzo è sicuramente una delle ragioni – conclude Marinelli –. Ma non siamo ossessionati dai numeri, né di fatturato né di redditività e anche per questo non c’è alcun progetto di quotazione in Borsa o di apertura a grandi soci finanziari. La cosa più importante è continuare a dare concretezza al sogno di Vittorio Tadei».

Un sogno incentrato sulla sostenibilità sociale di un’impresa, come si legge nel “manuale” che viene distribuito a tutti i dipendenti, citando le parole del fondatore: «Desidero costruire un’azienda dove ogni cinque persone cosiddette normali possa lavorare una persona che ha dei problemi e che le cinque persone cosiddette normali aiutino quelle meno fortunate a vivere una vita normale, grazie alla dignità che può e deve dare il lavoro».

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