San Marino. Giuseppe Ragini, Pdcs: ripartire si può

San Marino. Giuseppe Ragini, Pdcs: ripartire si può

L’avvocato Giuseppe Ragini, candidato del Pdcs nelle ultime elezioni, analizza a bocce ferme, la situazione del suo partito, che ha registrato i minimi storici di consenso interno. Denuncia errori ed interventi errati, alleanze sterili e invita ad un cambio di azione per dare nuovo impulso e recuperare i valori propri del Democrazia Cristiana.  

Il risultato elettorale parla chiaro, siamo ai minimi storici di consenso interno. Ecco i motivi, per me è bene dirli senza il politically correct che -finita la campagna elettorale- non serve più:
1) Inefficace azione governativa, non tanto delle nostre Segreterie di Stato quanto per l’azione collegiale del Congresso, che non ha saputo dare risposte ai bisogni dei sammarinesi in quanto a trasparenza e giustizia sociale: ad es. il problema degli NPL nel settore bancario e degli evasori della monofase, con il mancato perseguimento dei responsabili. Poi le Telecomunicazioni per cui non si riesce ancora oggi a usare bene il cellulare, ecc.
2) La situazione delle alleanze nella coalizione, su cui bisogna fare dei distinguo. Il Movimento di Arzilli ha avuto un tracollo che riflette l’assoluta inefficacia della sua azione di ben 8 anni come Segretario Industria e rivela come forse neppure nelle precedenti elezioni sarebbe entrato in Consiglio se non si fosse unito in lista prima con i socialisti di Casali e poi con noi (il che già la dice lunga sulla sua coerenza politica). Per non parlare di quest’ultima alleanza con i romani -addirittura subito dopo aver sostenuto il NO alla preferenza agli esteri!- con il neonato movimento senza confini che ci ha riempito di ridicolo per l’autoevidente scorrettezza delle loro residenze e per la batosta che hanno preso in termini di voti. Io sono avvocato ma non serve essere giuristi per capire che se uno fa parte del Direttivo di una Comunità di sammarinesi residenti all’estero -in questo caso a Roma- non può essere invece da anni residente a San Marino per immigrazione proprio da Roma, e contestualmente parlare in Consulta (Giorgio Galassi) e usufruire dei soggiorni culturali (l’altro) e infine poi dire di avere il domicilio a San Marino per candidarsi. Ma i cittadini non sono mica stupidi e vanno rispettati! (…)

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