Emer Sani – Corriere Romagna: Si dimettono tredici consiglieri cade l’amministrazione Tosi / Le firme, ieri davanti al notaio, di Unione civica Riccione, Oltre, Pd e della consigliera Fabbri di Forza Italia, madre dell’assessore Conti. Arcuri: «Tutto nato da una incomprensione linguistica»
RICCIONE. Cade l’amministrazione Tosi. La spallata definitiva è arrivata dopo le ore concitate a partire da ieri quando è stato dato inizio alla conta dei consiglieri disposti a presentarsi davanti al notaio per rassegnare le proprie dimissioni, e quindi porre fine al mandato del sindaco.
Forza Italia decisiva. Per far cadere la giunta servivano le dimissioni di 13 consiglieri: 5 sono quelli di Unione civica Riccione (UcR), 4 di Oltre, 3 del Pd. Ago della bilancia è stata la firma di Forza Italia, della consigliera Patrizia Fabbri, madre dell’assessore Carlo Conti. Firma arrivata considerati anche i rapporti tra il sindaco e il vicesindaco, Luciano Tirincanti, anche lui FI, molto più che sfilacciati. Il Movimento 5 Stelle si è detto pronto ad aderire ma ieri i due consiglieri si trovavano fuori Riccione. A spingere verso lo scioglimento l’ennesima proposta del sindaco a UcR della presidenza del consiglio comunale, o un consigliere delegato ai Lavori pubblici. La risposta è stata netta da parte diUcR: vogliamo l’assessorato all’Urbanistica. Richiesta giudicata irricevibile da parte del sindaco. Incomprensioni fatali. La mediazione partiva dal presupposto che, «la squadra iniziale non si tocca – ha spiegato Natale Arcuri, segretario Noi riccionesi -, persone, idee e programmi restano gli stessi». Questo è il quadro con il quale la lista ha affidato al primo cittadino la delega a trattare con UcR. Per Arcuri la crisi si sarebbe consumata attorno a un’incomprensione linguistica, ovvero attorno alla parola assessorato. «La proposta del sindaco copriva tutti gli ambiti a cui mira Ucr, la presenza istituzionale, la presenza relazionale che permette loro di accedere a una relazione diretta con la città, e una presenza che gli permette di entrare nelle logiche di indirizzo e di programmazione dell’amministrazione e anche della giunta. Tutto questo però non può essere un assessorato, anche se di fatto lo è». (…)