San Marino. RETE-MDSI, sistema bancario: “Diabolico piano politico”

San Marino. RETE-MDSI, sistema bancario: “Diabolico piano politico”

SAN MARINO. Movimento RETE e MDSI, in una nota congiunta, intervengono sul tema del sistema bancario, definendo “diabolico” il piano politico promosso con la “magistrale e occulta regia di Banca Centrale, il Segretario Celli nel ruolo di attore protagonista e il resto del governo che si sollazza a fare da scenografia.” Secondo RETE e MDSI ogni intervento messo in atto in questi mesi ha avuto un unico obiettivo: “arrivare a giustificare la necessità di indebitare lo Stato anche se, a conti fatti, questa necessità non esiste”.

(…) Un copione scritto fuori confine che prevede diverse fasi: creazione dell’agitazione generale, interventi sulle banche senza alcun riguardo per i correntisti e i lavoratori, azioni unilaterali e forzate, coinvolgimento di personaggi quantomeno discutibili. Il tutto contornato da forze politiche di maggioranza che difendono ogni passo non avendo ben chiaro neppure loro quale sia il percorso intrapreso. Non sapevano della situazione di Romito in Carisp, né dei legami e degli interessi incrociati tra San Marino e il Lussemburgo; si accontentano di sentire parlare di “gestione pubblica” dei crediti deteriorati per evitare di farsi qualche domanda in più e arrivare a capire che dietro questo aggettivo non c’è nulla se non la smania di speculare alle spalle dei sammarinesi. (…)

(…) La volontà non è quella di mettere alla gogna nessuno. Può capitare di avere grandi debiti e anche di avere la volontà di ripianarli. Ma in una situazione in cui la cittadinanza verrà chiamata a ripianare i debiti contratti da altri, il governo ha il dovere di far emergere eventuali conflitti di interesse, eventuali legami dei debitori con la politica, le istituzioni e le banche. Perché, è inutile nascondersi dietro a un dito: è risaputo che molti dei grandi debitori hanno avuto, o magari hanno ancora, ruoli politici e istituzionali e quindi hanno votato leggi e provvedimenti non per il bene del paese ma per tutelare se stessi. (…)

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