San Marino. Stefano Elli: anche banche sammarinesi nella crisi che si è abbattuta sul settore

San Marino. Stefano Elli: anche banche sammarinesi nella crisi che si è abbattuta sul settore

SAN MARINO. Stefano Elli di IlSole24Ore: Cover Story / Credito sofferto, tra pendenze e ripartenze / Una mappa aggiornata della crisi bancaria e le prospettive possibili

(….)  Un’altra area di crisi vede coinvolta la dorsale adriatica, provata (anche) dall’interruzione della pipeline che collegava il sistema bancario locale a quello di San Marino. Il Titano oggi è in piena crisi di liquidità ed è sotto marcatura stretta da parte dell’Fmi anche per ciò che riguarda una partita di crediti inesigibili quantificata in 2 miliardi di euro. A soffrire, soprattutto per ragioni pregresse, è il forlivese Credito di Romagna, istituto fondato da Giovanni Mercadini, su cui Banca d’Italia sin dal 2016 aveva esercitato per la prima volta in Italia il potere di “removal”, ovvero di rimuovere i vertici aziendali in odore di mala gestio sancito dalla direttiva Brrd. (…)

Il parlamentare Marco Di Maio così ha illustrato a suo tempo il “removal”  per Credito di Romagna nel luglio dell’anno scorso: “Vediamo di cosa si tratta, dato che è una facoltà introdotta in tempi recenti da una legge italiana di recepimento delle direttive europee. Il “removal” è stato introdotto nell’ordinamento italiano attraverso un decreto legislativo emanato dal Governo su cui come Commissione Finanze della Camera dei Deputati abbiamo espresso un parere consultivo (come previsto per l’esame dei decreti legislativi). In sostanza, il provvedimento del Governo tende a potenziare i poteri di vigilanza della Banca d’Italia sul sistema italiano del credito, con particolare riferimento alle banche di dimensioni medio-piccole e quindi non sottoposte a tutti i parametri della vigilanza europea. Tra le norme contenute nel decreto legislativo c’è anche la possibilità di sollevare dalla carica coloro la cui attività viene ritenuta da Bankitalia tale da pregiudicare la corretta gestione dell’istituto di credito. In altre parole si estende il potere di intervento sulle banche di interesse nazionale (come si chiede da decenni) con la facoltà di rimuovere “uno o più esponenti aziendali” delle banche quando la loro permanenza in carica sia di “pregiudizio per la sana e prudente gestione della banca”. È stata poi aggiunta la possibilità per Banca d’Italia di rimuovere l’intero consiglio d’amministrazione, individuata come azione alternativa a provvedimenti più drastici come la gestione provvisoria e l’amministrazione della banca. Si tratta di una possibilità che da molto tempo veniva raccomandata da tutti i principali organismi finanziari internazionali, inciso il Fondo monetario internazionale.La normativa prevede il provvedimento fissi la data da cui decorre la rimozione dei componenti degli organi e prevede che Banca d’Italia convochi l’assemblea della banca per il rinnovo degli organi con funzioni di amministrazione e controllo. Rimane intatta, anche qualora si proceda con la rimozione di tutto il cda, la possibilità di disporre – qualora lo si ritenga necessario – la gestione provvisoria e/o l’amministrazione straordinaria della banca, attraverso le forme già previste dalla legge”.

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