San Marino. Da ‘Il parlante’: lo schiavo perfetto

San Marino. Da ‘Il parlante’: lo schiavo perfetto

Il libro è in vendita al prezzo di euro 15, con invio a domicilio.  Per modalità e  condizioni clicca: UNILIBRO . Il libro è in vendita al prezzo di euro 15, con invio a domicilio.  Per modalità e  condizioni clicca: UNILIBRO  (disponibile anche in lingua inglese)

SAN MARINO. Grande spazio è stato dedicato oggi sui giornali al robot presentato a Berlino. Robot  che, in svariati ambiti,  dovrebbe sostituire un ‘aiutante umano’. Scrive  Nicolò Zanca  su La Stampa: “All’ingegnere Matthias Krinke non dispiace poi troppo che la sua creatura venga chiamata «il robot schiavo». Del resto, è difficile trovare una definizione migliore. Attaccato a una presa di corrente, il Workerbot 4 può lavorare di giorno e di notte, cambiare padrone e mansione grazie al «massimo coefficiente di flessibilità». Basta istruirlo. «Sarà anche uno schiavo, però non soffre» dice con un sorriso bonario l’ingegner Krinke.”

Come si è arrivati a tanto? Il tema è trattato nel libro: “Il parlante. Il linguaggio dalla comparsa al web Motore del successo degli umani“, di Marino Cecchetti (ISBN: 1220024228) di prossima pubblicazione.

Ecco il libro in sintesi: “L’uomo ha avuto nella comparsa del linguaggio il suo Big Bang. Dal linguaggio ha ricavato il modo di potenziarsi fino a vincere sugli animali e a conquistare il globo senza dover sviluppare ali, ingigantirsi, dotarsi di veleno o di fauci.
Secondo la Bibbia ha esordito accanto a Dio assegnando alle entità del creato i nomi che poi Dio stesso ha fatto propri.
Ora aggiunge l’indirizzo internet. E parla anche con le cose. Gli utensili, ‘instrumentum mutum’ nell’antichità, li va trasformando in ‘instrumentum vocale’, cioè in suoi schiavi o robot, nel lavoro fisico e nel far di conto.
Come un semidio, si spinge oltre la propria naturalità biologica ed espande la mente con l’intelligenza artificiale.
Ha ripreso a inseguire – come nel Medioevo inseguiva il Sacro Graal – l’Alfabeto del Pensiero, un obiettivo di Leibniz. Gli servirebbe per rappresentare, con una piccola quantità di segni, tutti i concetti elaborati dalla mente, che poi lavorerebbe meccanicamente come già fa con i numeri. “Tutte le verità di ragione” allora “sarebbero ridotte a un procedimento di calcolo”. E anche la ricerca di nuove conoscenze si tradurrebbe in un calcolo. Perfino le scoperte.
Il sogno di Leibniz potrebbe diventare profezia col progetto Algoritmo Definitivo che si va elaborando sulla base delle nuove tecnologie (machine learning, ‘apprendimento automatico’). Si intravede un’altra via verso il Sacro Graal del nostro millennio: il robot sapiens, lo schiavo perfetto al servizio del parlante, creato dal parlante stesso”.

Dalla ‘quarta di copertina’ 
Con un approccio divulgativo si rilegge il percorso della civiltà, scegliendo di mettere in particolare rilievo alcune tappe:
– l’alfabeto e lo zero; 
– la separazione fra divinità e natura; 
– la tecnica che dalla ruota dentata dell’orologio medioevale ci ha portati su su fino alla Luna; 
– la logica, gemmata dal sillogismo aristotelico: sta alla base dell’utensile ‘amico computer’.

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