San Marino. A Spazio Onofri arriva Polimerica

San Marino. A Spazio Onofri arriva Polimerica

SAN MARINO. Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Spazio Onofri.

[c.s.] Occorre prendersi del tempo per entrare in contatto con ognuna delle opere esposte dal 22 dicembre nei locali dello Spazio Onofri per vivere un’esperienza sensoriale impagabile.

Franco Costalonga, Vittorio Valente, Piero Gilardi, Gianni Cella, Marcello Gobbi, Omar Ronda, Carlo Pasini e Davide Nido.

Ognuno di essi, alla sua maniera, ha contribuito a cambiare il concetto di arte. Via libera quindi all’utilizzo di materie polimeriche.

Allo Spazio Onofri incontreremo nuovamente un amico, il maestro Vittorio Valente che “contaminerà” l’ambiente con le sue cellule in silicone colorato, materiale con il quale da anni egli esprime la sua personalissima vena creativa;

i “Cilindretti” di Franco Costalonga nei quali l’artista cattura l’ombra o la luce sul colore mediante l’orientamento del cilindretto stesso, creando un aspetto percettivo mutevole a seconda del punto di vista dello spettatore;

Marcello Gobbi, tra gli scultori contemporanei più interessanti ed innovativi degli ultimi tempi, propone le sue opere; corpi nudi bloccati nei movimenti da gocce di silicone dove l’iridescenza della luce crea contrasti fondamentali.

Racconta il proprio rapporto con la natura Piero Gilardi attraverso opere di poliuretano dall’aspetto quasi “fiabesco” sollecitando il pubblico e attivandone il pensiero e la sensibilità.

Largo spazio al senso tattile con le opere di Carlo Pasini che, ai colori dei pennelli, sostituisce centinaia di puntine da disegno colorate, collocate una vicino all’altra come in una versione contemporanea del mosaico.

Gianni Cella e le sue sculture in vetroresina colorata, personaggi dall’aspetto quasi alieno, sorridenti ed ironici per un mondo surreale, il mondo di Gianni Cella che da sempre porta avanti con la sua poetica e la voglia di comunicare il suo personale messaggio.

Un omaggio ad un grande artista che ci ha lasciato da pochi giorni, Omar Ronda con le sue opere colorate, folli, di sicuro sopra le righe e, come lui stesso affermava, “esageratamente kitsch”.

Una sorta di processo di glaciazione tecnologica per i suoi “Frozen” realizzati con polimeri termoplastici trasparenti quasi proprio a voler congelare, tra minuscoli frammenti ghiacciati, la vita stessa dei personaggi da lui riprodotti.

Ed infine colui che è stato definito “l’artista che colorava l’infinito”, Davide Nido. La sua idea di arte, mai abbandonata, passa attraverso il colore e l’uso di colle sparate a caldo sulla tela. Quelle gocce, da lui chiamate, “pilloli” danno vita ad infinite trame dall’effetto psichedelico.

 

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