SAN MARINO. “Non c’è nessuna speranza di risollevare le sorti della Repubblica di San Marino senza una chiara politica estera, soprattutto in questa fase”. Lo afferma il Partito dei Socialisti e dei Democratici, facendo il punto sullo stato del sistema bancario del Titano e lanciano una serie di frecciate al Governo.
È cosa ormai acclarata che dal punto di vista bancario e finanziario si sia perso un anno ad inseguire una velleitaria ed autolesionista politica di bonifica che ha prodotto tanti slogan ma nessun fatto positivo: internazionalizzazione, banca pivot, bad bank, risoluzione degli NPL, l’elenco potrebbe essere lungo. Nulla di quanto dichiarato, che non sia la chiusura di una banca o la costosissima statalizzazione della Carisp, è avvenuto. Abbiamo già approfondito quanto accaduto con Banca Centrale, con i suoi CdA e quello di Carisp, o il bilancio di quest’ultima: un continuo e ripetuto vagare alla cieca per poi fare dietro front. Soprattutto non si è ottenuto nessun accesso all’esterno del nostro sistema bancario e nessuna nuova banca è arrivata (l’acquisto, sub iudice di una banca da parte di un investitore estero è un’altra cosa).
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