SAN MARINO. Nella passata legislatura in materia di libertà di stampa si passò dal bavaglio (legge Ivan Foschi) al cappio (legge Iro Belluzzi e risvolti europei) col supporto della operazione Pravda.
Ci sono voluti i nervi saldi e tanta professionalità per informare il Paese del processo Conto Mazzini, che altrimenti sarebbe stato non solo ignorato ma addirittura bersagliato dai media per impedirne la celebrazione come emerse subito dagli interventi di personaggi esterni anche sui media italiani nonché dall’avvio di liti temerarie contro gli operatori, dentro e fuori la Repubblica.
Ci sono voluti i nervi saldi e tanta professionalità per tenere aperte le questioni del recupero della monofase che sta nelle tasche dei ‘furbetti‘ e della restituzione dei soldi dello Stato che i filibustieri delle banche hanno dirottato dai depositatanti ai ‘prenditori’.
La ricorrenza della libertà di stampa veniva organizzata per far sapere all’esterno che qui andava tutto bene, come dimostra l’intervento che si dovette mettere in atto ‘ ricorrendo a una forzatura’ nel 2015, al Kursaal, davanti a una platea di – imbarazzati – ospiti.