SAN MARINO. Questa mattina, partecipata e animata assemblea degli Azionisti della Banca di San Marino. All’ordine del giorno, ai primi due punti, l’elezione di un nuovo membro del Collegio sindacale (eletto, Avv. Gian Nicola Berti) e la designazione del Presidente dello stesso Collegio (indicato, dr. Stefano Giulianelli).
Sono seguite come da programma le illustrazioni di “due studi di fattibilità afferenti opzioni strategiche” affidate ai professori della Università Bocconi, Cesare Conti e Marco Villani, ed al dr. Giancarlo Ciccioni della Kpmg. In entrambi gli studi si è in qualche modo fatto intendere che allo stato attuale del sistema bancario sammarinese e della Banca di San Marino, la ventilata proposta di fusione della Banca di San Marino con la Cassa di Risparmio di San Marino va considerata l’opzione oggettivamente più fondata, rispetto ad altre: mantenimento dello ‘status quo’; cessione ad un acquirente forestiero; collaborazione con un partner forestiero.
La platea dei partecipanti, nonostante le ripetute assicurazioni che la riunione si sarebbe conclusa senza alcuna votazione, si è scatenata all’unisono per dimostrare l’assoluta contrarietà ad una eventuale fusione con la Cassa di Risparmio, attaccando da diversi punti di vista l’operato del Direttore e Amministratore Delegato dr. Domenico Lombardi e soprattutto il Consiglio di Amministrazione della Banca, difesi invece, dal Presidente dell’Ente Cassa, rag. Maurizio Zanotti.
Il progetto di fusione prevede la creazione di una Banca di Sistema in cui confluiscono le partite in bonis sia di Cassa di Risparmio sia di Banca di San Marino, mentre i crediti (di entrambe) di difficile riscossione verrebbero raccolti in un Asset Bad, a carico dello Stato. L’intervento dello Stato è essenziale al progetto.