San Marino. Pensioni in sicurezza e nuova legge elettorale: referendum in vista

San Marino. Pensioni in sicurezza e nuova legge elettorale: referendum in vista

SAN MARINO. Conferenza stampa oggi di Rete, Movimento Democratico San Marino Insieme e Partito Democratico Cristiano Sammarinese (nella sede di quest’ultimo) per fare il punto sui due referendum per i quali si stanno raccogliendo le firme (no a privatizzazione AASS e no alla trasformazione di  credito di imposta  in debito publico) ed anche per annunciare due nuovi referendum: messa in sicurezza dei fondi pensione e nuova legge elettorale. 

Per quanto riguarda i due referendum ammessi dal Collegio Garante per la Costituzionalità delle Norme, si sta procedendo alacramente alla raccolta delle – oltre mille – firme necessarie. Si procede  nonostante che due articoli della  legge finanziaria 2017 (bilancio di previsione 2018) nella formulazione distribuita alle forze politiche  accolgano praticamente in pieno i due quesiti, preconizzando, come  non necessaria, la consultazione referendaria. 

Per quanto riguarda i due nuovi referendum è appena iniziato l’iter. Essi hanno per oggetto:  fondi pensione e nuova legge elettorale (tema già proposto, ma bocciato per il modo con cui era stato formulato il quesito referendario).

Pensioni.
I fondi pensione potranno essere gestiti dal sistema bancario sammarinese ma in conti segregati, cioè protetti, blindati: nel senso che, anche in caso di fallimento della banca, non andranno perduti. I fondi attuali presso le banche sammarinesi passeranno a far parte dei conti segregati nella misura di un 10% all’anno, completando l’operazione per intero in dieci anni.

Legge elettorale
Nel caso che al primo turno  nessuna coalizione superi il 50%, la  coalizione prima classificata  riceverà un mandato a termine per trovare alleati fino a formare una nuova aggregazione che superi complessivamente il 50% (questa aggregazione ha diritto di governare, senza però premio di maggioranza). Se fallisce la prima coalizione, il mandato per formare il governo, passa alla seconda, ed eventualmente alla terza. Nel caso che nessuna coalizione riesca a realizzare una aggregazione che superi il 50% dell’elettorato, si ritorna  al ballottaggio fra la prima e la seconda coalizione come previsto nella legge attuale.

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