San Marino. La proposta: marijuana libera in centro storico

San Marino. La proposta: marijuana libera in centro storico

 

Previsto un limite di possesso fino a 20 grammi a testa ed un referendum confermativo dopo un anno di sperimentazione. Dubbi in maggioranza. Marina Lazzarini: “Favorevole a rendere legale anche a San Marino la cannabis light”. Matteo Zeppa: “La light ce l’hanno già tutti, cerchiamo di essere i primi per una volta”.

 

Consentire in via sperimentale il possesso di marijuana per uso ludico fino a 20 grammi a testa, consentirne l’uso nel centro storico di San Marino Città, consentirne la coltivazione su licenza. È la proposta avanzata dai consiglieri di Rete Roberto Ciavatta, Marianna Bucci e Matteo Zeppa attraverso un apposito emendamento alla legge di bilancio in discussione in seconda lettura in questi giorni.

Per la precisione è l’emendamento aggiuntivo all’articolo 10bis. Ecco cosa recita:

 

1. È dato mandato al Congresso di Stato di portare in prima lettura in Consiglio Grande e Generale, entro marzo 2019, un progetto di legge che regolamenti l’uso della Marijuana per uso non terapeutico (ludico). 

2. Tale progetto di Legge dovrà stabilire, in via sperimentale per il primo anno: 

a) La depenalizzazione del possesso di marijuana fino a 20 grammi per cittadini sammarinesi maggiorenni 

b) La depenalizzazione dell’uso di marijuana nel centro storico della capitale 

c) La depenalizzazione della coltivazioni di marijuana a coloro che abbiano ottenuto specifica licenza 

d) Le modalità per il rilascio delle licenze di coltivazione indoor e outdoor della marijuana, individuando altresì le aree outdoor dedicate a tale coltivazione ed eventuali sussidi speciali per l’avvio delle attività 

e) Le norme che disciplineranno la coltivazione, la trasformazione e la vendita della canapa industriale 

f) Le modalità di controllo della qualità del prodotto, e quelle di approvvigionamento di semi e piante dal e per l’estero 

g) La tassazione progressiva, ad ogni passaggio (dal produttore al grossista al venditore al dettaglio), del 25% sul valore della merce venduta 

h) La destinazione di una quota minima pari al 20% dei proventi derivanti, in ogni passaggio, dalla vendita della marijuana per investimenti nel welfare (prioritariamente sanità e scuola) 

 3. Entro maggio 2019 tale legge dovrà venire portata in seconda lettura in Consiglio Grande e Generale, garantendo in tal modo l’inizio della fase di sperimentazione all’interno del centro storico della capitale entro il periodo estivo 2019. 

4. Ad un anno dall’inizio della sperimentazione, sulla base dei proventi rilevati e dei dati statistici collezionati, si dovrà prevedere un referendum confermativo attraverso il quale la cittadinanza possa esprimere il suo favore o la sua contrarietà alla continuazione della sperimentazione, che in caso di esito favorevole verrà ampliata nei cinque anni successivi all’intero territorio sammarinese. 

 

Il testo è stato protagonista degli ultimi minuti della seduta di lunedì sera. A leggero è stato il consigliere Ciavatta che ha spiegato come proprio in quesi giorni il Lussemburgo stia valutando di permettere l’uso ricreativo della cannabis nel proprio territorio. Il Granducato sarebbe il primo stato europeo a legalizzare la marijuana “da svago” sulla scia di numerosi stati americani. E proprio i referendum che hanno portato al via libera negli Usa sono stati gli spunti per il testo presentato dai tre consiglieri di Rete. “Le statistiche di questi paesi – ha detto Ciavatta – sono molto chiare: l’utilizzo dei cannabinoidi è percentualmente diminuito, seppur di poco, mentre è molto diminuito l’utilizzo di sostanze alcoliche che fanno molti più morti all’anno rispetto alle sostanze cannabinoidi”.

In realtà la cannabis è già stata al centro del dibattito politico sammarinese. Proprio pochi giorni fa, ad esempio, è emerso come San Marino sia pronto a produrre canapa ad uso terapeutico, anche per l’Italia. Il tema della legalizzazione della foglia a sette punte è esploso prima nella campagna elettorale 2012 grazie al movimento San Marino 3.0 che annunciò addirittura un referendum consultivo poco prima del voto. Nell’ottobre 2015 poi venne presentata una istanza d’Arengo per legalizzarne l’uso a scopo terapeutico. La richiesta venne approvata dal Consiglio e così il Governo istituì un comitato tecnico che fece valutazioni specifiche.

“Utilizzo terapeutico della cannabis è il passato – ha tuonato dal Consiglio Ciavatta – Produrre per vendere all’Italia ci fa fare un passo avanti per restare venti passi indietro”. 

 

A prendere la parola è stato poi il leader di C10 Matteo Ciacci che si è detto pronto a ragionare senza pregiudizi. “È indubbio che la canapa sia un prodotto che si sta sviluppando anche nei territori limitrofi. Sono temi delicati ma vanno affrontati anche con franchezza. Delle riflessioni possono essere fatte ma c’è l’esigenza di ragionare con più calma”. Quindi Ciacci ha citato il progetto della segretaria di Stato alla Sanità di produzione di canapa per uso terapeutico e la norma italiana che ha liberalizzato la produzione e la commercializzazione di cannabis light, quella senza il Thc, il principio attivo maggiormente responsabile degli effetti psicotropi. “Alla luce del progetto canapa della segreteria – ha concluso – credo che alcune riflessioni possono essere fatte”.

Dai banchi di Ssd Marina Lazzarini ha invitato alla calma sottolineando la distinzione tra canapa “psicoattiva” e canapa “terapeutica”. “Il proibizionismo – ha detto – alimenta la criminalità organizzata. Alcool e tabacco sono forse più pericolosi. Oggi la cannabis con basso Thc è legale anche in Italia. Sono contraria all’approvazione dell’emendamento ma favorevole ad un progetto di legge che sia finalizzato a rendere legale anche a San Marino la cannabis light, favorendo anche la sua produzione, sia outdoor che indoor”.

Secca e piccata la replica di Matteo Zeppa, Rete: “Capisco che per qualcuno sia un tabù. L’emendamento parla di cannabis non terapeutica. Non si parla di marjiuana light”. Quindi ha illustrato i contenuti della proposta: “Abbiamo indicato che per il periodo estivo avremmo la seconda lettura per cui avremo il tempo per fare tutti gli studi del caso. Negli Usa molti Stati hanno aumentato il Pil con questo stumento. San Marino sarebbe il primo Stato a farlo in Europa. Certo – ha puntualizzato – vanno salvaguardati i rapporti con l’Italia ma occorre incontrarsi per capire se ci sono dei margini, serve un accordo politico. È qualcosa che può essere sperimentale all’interno del centro storico, poi ci sarà il referendum. Non vogliamo fare forzature, ma cerchiamo di andare avanti visto anche gli enormi introiti che ci sono”. E ancora: “Con questa legge si portano via i soldi anche alla malavita. Capisco che è difficile ma smettiamo di girarci intorno. La light ce l’hanno già tutti, cerchiamo di essere i primi per una volta”.

Sostegno alla proposta dei tre membri di Rete è arrivata da Iro Belluzzi, Psd: “I tempi previsti forse sono un po’ brevi ma credo che possiamo approvare un emendamento del genere. Purtroppo da quello che si dice l’utilizzo di marijuana è molto forte in territorio, specie tra i più giovani. Così si alimentano le organizzazioni malavitose. La legalizzazione, con gli approfondimenti seri e con i meccanismi di controllo, può essere un percorso che può prendere il via. Va gestito affinché non sia pericoloso ma a nome del Psd sono favorevole”.

 

Arrivati ormai a mezzanotte i Capitani Reggenti hanno sospeso la seduta. Il dibattito proseguirà oggi, martedì 18 dicembre, dalle 13:30 con gli altri interventi e il voto dell’aula.

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