“Mio padre vittima di quella buca”

“Mio padre vittima di quella buca”

Mio padre vittima di quella buca

La figlia dell’anziano travolto nel sottopasso farà causa al Comune

«FAREMO causa al Comune». Nel sottopasso di via Verazzano c’è una buca rattoppata da pochi giorni. «Mentre i vigili facevano i rilievi per l’incidente di mio padre, c’erano gli operai di Geat in fila pronti a chiudere la buca», racconta Chiara Ciotti, figlia dell’80enne che il 25 marzo è volato a terra mentre percorreva il sottopasso in bicicletta. La caduta sull’asfalto ha provocato un trauma cranico che ha costretto il personale medico del 118 a chiamare l’elisoccorso. «Mio padre non ha ripreso coscienza dopo la caduta e rimane in coma. Se l’auto che sopraggiungeva non fosse riuscita a fermarsi in tempo, non so come sarebbe finita. Il secondo veicolo ha tamponato il primo dopo la frenata improvvisa. Per un caso fortuito ho avuto modo di parlare nei giorni seguenti con chi guidava la seconda auto e mi ha detto: ‘sono entrato nel buio del sottopasso, non ho nemmeno capito contro cosa sono andato a sbattere’. Questo è il problema, di giorno soprattutto al mattino la luce ti abbaglia e quando imbocchi il sottopasso non vedi nulla». Capita a chi guida un’auto ed anche a chi lo percorre in bicicletta, ma non è solo un problema di luce per le sorelle Ciotti. «E’ stato incredibile vivere quella scena: mentre c’erano ancora i soccorsi ed eravamo lì con i vigili, gli operai aspettavano di chiudere la buca, cosa che hanno fatto poco più tardi. (…)

Articolo tratto da Il Resto del Carlino

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy