I poteri forti continuano a decidere le sorti del Paese
L’ultima patrimoniale a San Marino ha gravato solo sui beni intestati a persone fisiche. Una concessione grandissima ai poteri forti. Uno scandalo. Uno scandalo che però nessun soggetto politico – ne abbiamo più di una dozzina! – di fatto ha contestato schierandosi dalla parte della gente, mettendosi alla testa della gente.
Altro scivolone: la mancata esecuzione, da parte del Governo, della deliberazione del Consiglio Grande e Generale (31 luglio 2018) di rendere “pubblici” entro sei mesi “gli atti che definiscono le modalità di fusione, l’accorpamento delle attività e l’assorbimento dei debiti di Banca del Titano, Credito Sammarinese, Banca Commerciale Sammarinese, Euro Commercial Bank, Asset Banca”. La deliberazione fu presa a seguito dell’approvazione – unanime – di un’istanza d’arengo.
Nel dibattito su detta istanza d’arengo erano intervenuti – esprimendosi tutti a favore – i seguenti consiglieri: Simone Celli (allora Segretario di Stato alle Finanze), Alessandro Cardelli (Partito Democratico Cristiano Sammarinese), Davide Forcellini (Movimento Rete), Alessandro Mancini (Partito Socialista), Iro Belluzzi (Partito dei Socialisti e dei Democratici), Margherita Amici (Repubblica Futura) ed Enrico Carattoni (Sinistra Socialista Democratica).
Perché nessuno di questi, dopo i sei mesi, non ha sollecitato il Governo a mettere in esecuzione quanto deliberato dal CGG?