Caso Guerrina, la famiglia chiede i danni alla diocesi dopo la condanna dell’ex parroco Gratien

Caso Guerrina, la famiglia chiede i danni alla diocesi dopo la condanna dell’ex  parroco Gratien

Il mistero della Valmarecchia

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A parlare, con le lacrime agli occhi, è Mirco Alessandrini, il marito di Guerrina Piscaglia, la casalinga di Ca’ Raffaello, in Valmarecchia, scomparsa il primo maggio del 2014. A cinque anni dalla sua sparizione – e dopo la condanna definitiva a 25 anni di reclusione per omicidio del prete congolese Gratien Alabi, ex parroco del piccolo borgo incastonato tra Toscana e Romagna –, la famiglia di Guerrina fa causa alla diocesi di Arezzo e all’ordine dei premostratensi di Roma, e chiede un risarcimento danni. La richiesta è arrivata ieri sul tavolo dei due istituti religiosi, da parte dell’avvocato Nicola Detti, legale rappresentante di Mirco e Lorenzo Alessandrini, marito e figlio di Guerrina, seguiti anche dal legale Francesca Faggiotto. (…)

La richiesta di Detti era già partita quattro anni fa, quando l’avvocato aveva chiamato in causa la diocesi perché entrasse nel processo penale. Allora la Corte d’Assise rigettò la richiesta perché si trattava di «un capo d’imputazione che vedeva Alabi non coinvolto per l’esercizio delle sue funzioni». Oggi la famiglia replica: «Ma un prete non lo è sempre, anche quando non si trova in chiesa? E poi, lo stesso Gratien ha sempre affermato di aver incontrato Guerrina, sempre per motivi spirituali. Se è stato condannato per il suo omicidio, la responsabilità di diocesi e Ordine premostratensi ci deve essere, no?». Tra una ventina di giorni la Cassazione presenterà le motivazioni scritte della condanna definitiva di Alabi a 25 anni di reclusione. Ad attenderle, non solo i legali dei familiari di Guerrina ma anche i difensori di Gratien, che sono pronti a ricorrere alla Corte Europea. (…) 

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