Riccione. Coronavirus, parla un’infermiera positiva: “Tamponi fatti male”

Riccione. Coronavirus, parla un’infermiera positiva: “Tamponi fatti male”

Infermiera positiva: “Tamponi fatti male, a rischio reparto e famiglia”

Per 15 giorni, dopo la malattia, è tornata a lavorare in Medicina al Ceccarini. “Colpa delle procedure sbagliate”

PATRIZIA LANCELLOTTI – “Avrei potuto fare una strage in reparto perché non è stata usata la procedura corretta per farmi i tamponi. E adesso, dopo essere tornata al lavoro per 15 giorni, mi ritrovo ancora in quarantena, non so chi ho infettato, ma non sono io ad avere sbagliato. È chi autorizza queste procedure, la direzione Ausl, ad avere commesso errori per i quali presenterò denuncia e chiederò i danni”. Chi parla è una infermiera di 47 anni, in servizio nel reparto di Medicina dell’ospedale Ceccarini di Riccione. Una di quelle persone che abbiamo più volte definito “i nostri angeli” che con il loro lavoro hanno messo a rischio loro stessi e le loro famiglie. E lei come tanti altri, per non contagiare nessuno di quei degenti di cui si prendeva cura, ha deciso, prima che qualsiasi tampone glielo imponesse, di allontanarsi dal lavoro, da suo marito e dai suoi figli. Un’odissea che l’ha stremata nel fisico dove i segni del Covid-19 sono ancora ben presenti ma che non ha fermato la sua determinazione nel pretendere chiarezza e nel denunciare quanto ritiene sia stato fatto in modo errato, coinvolgendo il sindacato Nursind su quanto le è accaduto e confermando la sua intenzione di fare denuncia contro l’Ausl Romagna “per i danni fisici e morali che ha subito anche la mia famiglia”. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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