Rimini. Primo Miglio: in 3 anni incontrate 178 startup

Rimini. Primo Miglio: in 3 anni incontrate 178 startup

Primo Miglio, l’acceleratore di start up responsabili di Rimini, spegne oggi la sua terza candelina.

“1000 giorni di attività per una rete che oggi vanta il coinvolgimento di 30 enti pubblici e privati, 80 aziende ed associazioni di categoria insieme a 60 professionisti volontari.
Obiettivo è quello di aiutare giovani imprenditori nel loro primo miglio verso la costituzione e avviamento aziendale, un supporto concreto che si è tradotto in azioni altrettanto reali: sono state 950 le ore di consulenza dispensate, 200.850 Euro i finanziamenti erogati dagli istituti di credito appartenenti al network e 178 le start up incontrate. Di queste 100 sono state selezionate per percorsi personalizzati, 47 sono attualmente in fase di incubazione ed 11 sono in fase di accelerazione.
Numeri importanti che testimoniano l’eccellenza raggiunta da questa realtà, vanto per la città di Rimini e per la Romagna, tra i pochi nel panorama nazionale ad operare sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa, gettandone il seme già nella fase di ideazione e costituzione della nuova impresa. E proprio la sensibilità a rispondere ad urgenze sociali in diversi ambiti è una delle prerogative del progetto: dalla cura della persona ai servizi per una mobilità sostenibile, al grande tema dell’impiego per i migranti, passando sempre attraverso il rispetto dei lavoratori e l’attenzione a generare un impatto sociale positivo.
Ultimo esempio ne è la Call Alternative, lanciata insieme a Figli del Mondo Aps e altri partner strategici del territorio, alla ricerca di innovatori frugali dell’era post Covid-19. Un messaggio chiaro, che nasce in un momento molto particolare, sul confine tra l’emergenza e la ricostruzione, mentre tutti stiamo immaginando quello che vorremmo facesse parte di una società che sarà, per molti aspetti, diversa.
Ed è così che Primo Miglio resta fedele alla sua mission, quella di far crescere nuove imprese a vocazione sociale che cerchino risposte alle necessità reali delle persone, e insieme curare lo sviluppo territoriale attraverso il sostegno a economie di comunità che adottino nuovi modelli cooperativi per alimentare un’economia più sociale sostenibile, innovativa e responsabile in grado di generare valore condiviso”.

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