La calata delle lucciole: 60 multe in un mese
Guerra aperta ai viali a luci rosse che si sono riempiti di prostitute: le zone più “frequentate”, quelle di Miramare e Torre Pedrera
ALESSANDRA NANNI – L’aveva annunciato: “Siamo pronte per uscire, dobbiamo ricominciare a guadagnare per campare”. Le lucciole hanno mantenuto la promessa, perchè appena finita la quarantena i viali a luci rosse si sono ripopolati come per incanto. Dall’altra parte però anche la Polizia municipale ha alzato il “fronte”, e dal primo gennaio sono state 109 le sanzioni inflitte, di queste 60 sono state fatte solo nell’ultimo mese. Le ragazze a luci rosse scalpitavano da mesi, non riuscendo, dicevano, a mettere insieme il pranzo con la cena a causa del deserto causato dal coprifuoco. Appena le porte si sono spalancate, sono uscite in massa e più agguerrite di prima, per via degli arretrati. La zona mare, raccontano, ne è piena zeppa, e gli albergatori hanno già levato gli scudi, protestando a gran voce contro “la piaga”. A quanto dicono, controlli e sanzioni a lucciole e clienti non riescono a fermare il fenomeno. Al punto che, raccontano i titolari degli hotel del lungomare, i loro clienti sono costretti a fare lo slalom tra le ragazze che battono sui viali delle Regine. Stanno lì a mazzi, in abiti succinti, pronte a tirare per la giacca il primo papabile cliente che adocchiano. Clienti che saputo della calata, non ci hanno messo molto a tornare alle vecchie abitudini. Con o senza mascherina, la prestazione è garantita. Ad albergatori e commercianti, non resta che raccogliere i ‘resti’ la mattina, profilattici inclusi. La protesta è già partita e se va avanti così assicurano che alzeranno ancora di più la voce. Le zone più critiche sono quelle dell’area nord di Torre Pedrera e di Miramare, verso il confine con Riccione. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
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