Le mani della camorra in Riviera, arresti e aziende sequestrate
Operazione delle Fiamme Gialle. Ristorazione, sale scommesse e edilizia i settori più colpiti. Coinvolte a vario titolo 55 persone che avrebbero mosso 71 milioni di euro in tre anni
Le mani della camorra sulla Riviera con la sede operativa a Cattolica, ma con ramificazioni e interessi economici a Gabicce come a Parma o a Forlì. Ai vertici dell’organizzazione c’erano esponenti del clan Sarno e dei Casalesi. Nove le misure cautelari (otto arresti, di cui 5 in carcere e tre ai domiciliari e un obbligo di dimora), sequestrate 17 aziende e beni per oltre trenta milioni di euro, con 55 persone denunciate a piede libero (a molte di queste è stata contestata anche l’aggravante mafiosa e accertato riciclaggio, auto riciclaggio e reimpiego per oltre 71 milioni di euro). Una gigantesca inchiesta, “Darknet”, come è stata ribattezzata, quella condotta dagli uomini del comando provinciale della Finanza, guidati dai colonnelli Antonio Garaglio e Michele Ciarla, coordinati dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e prima dal procuratore capo di Rimini, Elisabetta Melotti. Ottanta le perquisizioni compiute in tutta Italia dopo ben 412.026 conversazioni telefoniche intercettate relative a 31 utenze in tre anni di indagini. I reati contestati, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Per alcuni degli indagati c’è l’aggravante di aver commesso i reati per agevolare i rispettivi clan. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino
——