MANUEL SPADAZZI – I rimpianti «sono tanti, e nessuno». Perché se è vero «che si poteva fare di più, di cose ne abbiamo fatte tante e io alla fine sono sereno». Tracciare i bilanci, per Andrea Gnassi, non è mai stato facile. Lo fa con la voce rotta dall’emozione e parlando anche di quello che ha significato per lui, umanamente, essere il sindaco di Rimini: «Sono stati 10 anni massacranti, per me e i miei cari. Perché se fai il sindaco devi rispondere di tutto, pure di quello che non fai. Perché mi hanno fatto tante cause e chiesto milioni di risarcimento. Perché oggi essere sindaci è una mission: ti prende completamente, è totalizzante». Non per questo tirerà i remi in barca, anzi: «Resto qui fino all’ultimo secondo del 3 ottobre: c’è tanto lavoro da finire e cantieri da chiudere». Il bilancio di Gnassi parte proprio dai cantieri avviati nei 3.653 giorni dell’avventura a Palazzo Garampi. «Nel 2011, pochi giorni dopo le elezioni (non avevo fatto ancora la giunta) ecco la bomba d’acqua e si allaga piazzale Kennedy….». Nasce dopo quell’episodio la decisione di varare un nuovo piano fogne per Rimini. «Eppure mi avevano sconsigliato il piano fogne, così come poi la variante anti-cemento». A dirla tutta «c’è chi mi ha sconsigliato proprio di fare il sindaco» (…)
Tratto da Il Resto del Carlino
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