San Marino Processo Credito sammarinese: ex membro del Cda si proclama innocente

San Marino Processo Credito sammarinese: ex membro del Cda si proclama innocente

L’Informazione di San Marino

Cs, Passeri: “serviti da paracadute alle prospettazioni fraudolente di altri” 

L’ex membro del Cda si dichiara innocente e addita chi aveva preparato le pratiche

Antonio Fabbri 

Dopo la lunga deposizione di Lucio Amati, ieri l’udienza sul caso del Credito Sammarinese – legato all’inchiesta Decollo Money relativa al riciclaggio di 1,3 milioni dello ‘ndranghetista Vincenzo Barbieri – è andata avanti più spedita. Il giudice Gilberto Felici ha chiesto chi degli imputati fosse intenzionato a intervenire, posto che un calendario è stato già fissato. I fratelli Lubiana, non presenti ieri per malattia, hanno comunque intenzione, ha riferito il loro legale Maria Antonietta Pari, di rendere spontanee dichiarazioni e l’audizione, in programma ieri, è stata spostata la 6 febbraio. Orientato per la deposizione anche Sandro Sapignoli che, con il suo legale, Gian Nicola Berti, sta valutando l’opportunità e darà dunque conferma della propria decisione nella prossima udienza. Stessa cosa farà Valter Vendemini: “Eravamo orientati a non rilasciare dichiarazioni, ma dopo quanto emerso dalla deposizione di Lucio Amati – hanno detto i legali di Vendemini, Pier Luigi Bacciocchi e Simone Menghini – probabilmente chiederemo di poter parlare”. Da calendario, se lo deciderà, l’audizione di Vendemini è fissata per il 7 febbraio.

Ieri, invece, confermata per alcuni imputati la rinuncia a intervenire rendendo spontanee dichiarazioni o facendosi interrogare. Ha preso la parola Luigi Passeri, all’epoca membro del Cda della banca e del comitato esecutivo, difeso dall’avvocato Maurizio Simoncini.

“Dal 3 giugno 2009 sono diventato membro Cda del Credito sammarinese. Percepivo 10.000 euro anno all’anno e non avevo deleghe di alcun tipo. Poi a inizio del 2010 divenni anche membro del Comitato Esecutivo assieme ad Amati, Vendemini e Sapignoli. La mia presenza in banca era sporadica, solo per le adunanze degli organi elettivi. Ciò che voglio dichiarare è che sono assolutamente estraneo a qualsiasi coinvolgimento in fatti di riciclaggio. Non ho mai avuto conoscenza e neppure sentore dell’attività contestata e ne venni a conoscenza solo dopo avviso di garanzia. Preciso che: mai ho conosciuto Barbieri, né ho partecipato all’importazione in banca di quelle somme. Nel dicembre 2010 ero in ferie e non mi trovavo neppure a San Marino”.

Sull’apertura del conto a Barbieri, Passeri sottolinea: “Venne effettuata da personale operativo, Biordi e Santolini dietro disposizione e consenso del direttore Vendemini e del dottor Sapignoli. Posso dire oggi che se l’operazione venne gestita nel modo in cui ora risulta, la procedura corretta sarebbe stata quella di astenersi e segnalare. Che senso avrebbe potuto portare a ratifica del Comitato esecutivo un caso con evidenze già note e di gravità? Il Comitato Esecutivo non avrebbe avuto la bacchetta magica per trasformare il report da negativo in positivo. Invece a noi è stato elencato come uno dei tanti correnti. Allora perché coinvolgere il Comitato Esecutivo? Penso ci sia stata la volontà degli autori di coinvolgere più persone possibile su quanto fatto. Biordi scrisse una lettera il 4 gennaio, senza consegnarla a noi pur vedendoci tutti i giorni. Guarda caso la consegnò a Sapignoli nell’ufficio di Vendemini. Che senso ha tutto questo se non quello di coinvolgere in modo fraudolento altre persone?”, dice Passeri.

“Sulla pratica di ratifica dell’apertura di quel conto non ci è stato detto niente che potesse, neppure lontanamente, suonare come un campanello di allarme. Nel corso della presentazione in Consiglio di Amministrazione, Vendemini disse che Barbieri poteva versare anche altre somme. Il Cda valutava il merito creditizio e non tutte le altre incombenze, che erano di competenza esclusiva del personale della banca e delle altre figure specifiche previste dal regolamento interno. Nessun membro del Cda poteva entrare nel sistema informatico, né aveva a disposizione un computer. Neanche nella sala del Consiglio di amministrazione erano presenti dei computer. Noi servivamo da paracadute – ha detto insomma Passeri – rispetto alla prospettazione fraudolenta posta in essere dal personale”. Poi ha aggiunto: “In conclusione a queste mie brevi dichiarazioni, che sono la pura e semplice verità, vorrei dire che nella vita di ognuno di noi pare debba esserci una croce. A me è capitato con il Credito Sammarinese e da sette anni la sto portando. Pesa tanto sulle mie spalle e sulla mia famiglia. Credo che se la giustizia sammarinese e italiana sapranno scindere le responsabilità, potranno restituire a chi è innocente la dignità che gli spetta”. 

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